Bruno Tognolini
LA SERA CHE LA SERA
NON VENNE
Poemetto in ottave
Illustrazioni di Cecco Mariniello.
Prima edizione: Fatatrac, 1996 - Seconda edizione: Giunti, 2019, CD audio allegato col poema letto dall'autore.
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	"La voce umana fa crescere i bambini, 
	Questo libro è dedicato a quegli adulti  La copertina a pieno formato (JPG 62KB) Una illustrazione a doppia pagina (JPG 117KB) Un'altra illustrazione a doppia pagina (JPG 119KB) | 
Angeli strabici, uomini sparsi, 
cani del mondo e pesci del mare, 
bimbi che corrono senza stancarsi, 
bimbe che guardano senza fiatare, 
fate scorbutiche, maghi scomparsi, 
oche e somari, foche e zanzare, 
tutti vicini, sedetevi intorno: 
vi dirò ciò che accadde quel giorno. 
1. Quel bel giorno di sabato d'estate 
tutto sembrava andare proprio bene: 
nelle strade mille auto incolonnate, 
nei giardini mille voli di altalene; 
dai cortili spuntavano risate, 
dalle case gli odori delle cene, 
dai tetti mille fumi e mille antenne, 
la sera che la sera poi non venne. 
2. Proprio così. Alle otto meno venti 
il sole in cielo era ancora bello grasso. 
Alle otto se la rideva a pieni denti, 
e ogni tanto guardava verso il basso. 
Alle otto e un quarto scherzava con i venti, 
ma non aveva ancora fatto un passo. 
O bel melone, allora, cosa fai? 
è tardi: te ne vai o non te ne vai? 
3. Non se ne va. Gli uomini distratti 
ancora non si accorgono di niente. 
I bambini giocano a stormi, soddisfatti 
di quelle ore azzurre così lente. 
Ma agli angoli delle strade tutti i gatti 
guardano stupefatti il sole ardente, 
rizzano il pelo e via, scappano in tondo 
da quel gran cielo che minaccia il mondo. 
4. Le nove meno dieci. Che succede? 
Si è levato di colpo un vento rosa, 
e soffia così forte che si vede, 
e brilla quella luce su ogni cosa. 
E il sole ride trionfante e siede 
al centro della scena luminosa. 
E ora tutti sollevano gli sguardi: 
mai vista tanta luce così tardi. 
5. Chissà cosa sarà: sarà l'estate? 
Avranno aggiunto al giorno un'altra ora? 
Si allungheranno ancora le giornate? 
E sposteremo gli orologi ancora? 
Gli uomini nelle auto incolonnate 
guardano quel tramonto, o quell'aurora, 
e ognuno pensa qualche congettura, 
per non pensare che fa un po' paura. 
6. Dopo un'ora, alle dieci, il sole è là, 
fisso come un bottone ben cucito. 
Dalla finestra di una casa di città 
un bambino lo segna con il dito. 
Un passante guarda l'ora e se ne va, 
scuotendo il capo, triste e sbigottito. 
Il mondo intero ormai trattiene il fiato: 
siamo perduti, il sole si è fermato! 
7. Ma se non passa più quel lungo giorno, 
allora non passa più mese né anno... 
E se non gira il tempo tutto intorno, 
allora non torna più il mio compleanno... 
E io non cresco più? Senza ritorno 
le stagioni sorelle se ne vanno? 
Mai più inverno, mai più la primavera? 
Per sempre estate, sì, per sempre sera. 
8. Queste cose pensavano più o meno 
uomini e donne, tristi e spaventati, 
mentre in aereo, in automobile ed in treno 
già accorrevano decine di scienziati. 
Da tutto il mondo nel giro d'un baleno 
i governi li avevano chiamati 
a radunarsi in una conferenza, 
per studiare la gravissima emergenza. 
9. "Il sole è fermo perché si è ammalato"
- fa un medico cinese con l'inchino. 
"è fermo perché il mare lo ha inzuppato" 
- lo corregge un biologo marino. 
Ma un astrofisico sei volte laureato 
va alla lavagna con gesso e cancellino: 
"Epsilon dieci! - strilla - Emme con zero! 
Si è fermato per tappare un buco nero!" 
10. E mentre gli scienziati fanno a botte 
per scoprire le cause del malanno, 
in ogni parte di quella bianca notte 
si sparge il panico, ormai, s'aggrava il danno. 
Si scatenano furti, grida e lotte: 
chi perde tutto, chi acquista con l'inganno, 
chi piange e canta, chi bestemmia e prega. 
E chi chiude le imposte e se ne frega. 
11. La storia andava avanti ormai da ore: 
era l'alba, le cinque del mattino, 
ma il cielo era incantato nel chiarore 
di un tardo pomeriggio settembrino. 
Quand'ecco che, scrollandosi il torpore, 
un cagnotto randagio bastardino mugolò, 
sbadigliò, si guardò intorno, 
e corse zampettando incontro al giorno. 
12. Gioele, dove vai? Cosa zampetti? 
Non lo vedi che questo è il finimondo? 
Guarda un po' il cielo, sciocco: cosa aspetti 
a rifugiarti nel buco più profondo! 
Il cane guardò in su con gli occhi stretti, 
vide il sole pompelmo giallo e tondo, 
girò la schiena, fiutò l'aria profumata 
e andò a cercare la sua fidanzata. 
13. La fidanzata era questa Natalia, 
una bella cagnetta color grano 
che abitava poco distante in quella via, 
ospite e amica di un signore anziano. 
Lui chiamò con la solita allegria, 
quattro abbaiate forti ed una piano: 
ma a coda bassa arrivò la fidanzata, 
negli occhi un'aria triste e spaventata. 
14. Cosa c'è, chiede Gioele, e lei racconta: 
del sole fermo, del mondo che ammattisce, 
della paura degli uomini che monta, 
e della sera, che invece non finisce. 
"è quel sole lassù, che non tramonta..." 
- fa lei chinando il capo, e ammutolisce. 
Ammutolisce anche il piccolo bastardo, 
carezzandola tutta in uno sguardo. 
15. "Ma dài, non preoccuparti, Natalia! 
- esclama poi però, di buonumore - 
Il sole fermo, tutto qui? Che vuoi che sia? 
Sistemeremo tutto in poche ore" 
Fuggi paura, va' via malinconia! 
Negli occhi aria di sfida, vento in cuore, 
nelle zampe orizzonti più lontani: 
e nelle strade corrono due cani. 
 
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