Tradurre dall'inglese in metro e rima
I libri, i testi a fronte, le riflessioni


Dal 2016 mi accade che mi venga chiesta da vari editori la traduzione di albi illustrati con versi inglesi, da rendere in versi italiani. Ho subito amato molto questo lavoro. Non mi ritengo e non sono un traduttore, non ne ho la preparazione, la maestria e la confidenza con la lingua d'origine: il mio inglese è francamente lacunoso. Ma l'italiano magari soccorre, perchè pare, a giudizio di editori e lettori, che io riesca a modellare una lingua poetica media che salva il massimo compatibile nell'ingranaggio reciproco delle tre i: l'inglese d'origine, le immagini di sponda, e l'italiano di arrivo: la sua forza e soavità quando parla in versi, rima e metro. Un'accettabile armonia, insomma, fra le due Ali di Senso e di Suono, che non mandino in svolazzo sgraziato un uccello-poesia con ali troppo diverse e sproporzionate.
Ho pensato di raccogliere qui in un'unica pagina, per uno sguardo e uno studio d'insieme, i libri tradotti finora, coi testi a fronte disponibili sotto ogni titolo; e con una riflessione su questo modo di tradurre versi in versi, estratta da un'intervista di Nicoletta Gramantieri su LiBeR di aprile-maggio-giugno 2018. Nelle pagine di presentazione di ciascun libro, a cui i link delle copertine conducono, si possono poi leggere altre informazioni e approfondimenti sui singoli lavori.

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CIAO CIELO
Dianne White e Beth Krommes, Castoro 2016
Traduzione con testo a fronte


BUONANOTTE LUNA
Margareth Wise Brown e Clement Hurd, Nord-Sud 2017
Traduzione con testo a fronte





STAVO PENSANDO
Sandol Stoddard e Ivan Chermayeff, Topipittori 2018
Traduzione con testo a fronte


IL VERO AMORE DEI DODICI SOFÀ,
William Morris e Liz Catchpole, Victoria & Albert Museum, Salani 2018
Traduzione con testo a fronte





POSSO ESSERE TUTTO
Jerry Spinelli e Jimmy Liao, Camelozampa 2020
Traduzione con testo a fronte


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TRADURRE VERSI

da "UNA LINGUA DI PASSI CHE CAMMINANO E DANZANO", intervista sul romanzo "IL GIARDINO DEI MUSI ETERNI" (Salani).
Nicoletta Gramantieri, rivista trimestrale
LiBeR n. 118, aprile-maggio-giugno 2018

(...)

Nell'ultimo anno ti è capitato spesso di farti traduttore dall'inglese, di rendere in "traduzioni poetiche" che hanno permesso di portare nel nostro paese albi illustrati molto conosciuti e amati. Quest'operazione, questo andare e tornare da una lingua all'altra ha portato qualcosa alla tua prosa, al tuo modo di maneggiare la nostra lingua? Farsi traduttore ha aggiunto qualcosa al tuo orecchio, all'andare di quei passi che dici, alla riflessione sulla lingua?
Ha aggiunto molto. Ma non tanto, o non solo all'orecchio, ai piedi che vanno e alla lingua che canta. Bisogna fare un passo indietro dal piede che va alla forza e all'intenzione dell'andare; dal mio "modo di maneggiare la nostra lingua", alle cose da dire in quella lingua, alla forza, alla faccia che occorre per dirle. Le traduzioni poetiche hanno aggiunto conferme alla preminente dolcezza dell'andar per sentieri, anziché dritti dentro la macchia; d'essere pathmaker, camminatore di sentieri, anziché pathfinder, cercatore di sentieri.
Lo scrittore, il pittore, il musicista, l'artista che si dà il compito d'autore originale è un pathfinder: fronteggia il caos, l'inarticolato, la macchia non percorsa da sentieri. È bello e leggendario immaginarselo (senza un po' di leggenda la via dell'arte è noiosa e impiegatizia), come in un film di fantascienza, in piedi contro la soglia d'interfaccia d'una dimensione esterna, un muro ribollente di caos, un magma di tutti i significati possibili che si attorcono insieme: in parole più semplici, la pagina bianca. Davanti a lui questo caos dell'inespresso, dietro di lui un filo di testo, il cosmos. Bene, a fronte di questo compito di pathfinder, autore cercatore di sentieri, quello di pathmaker, traduttore camminatore di sentieri, appare più grato e lieve: i sentieri nella macchia inarticolata li hanno già aperti altri, noi dobbiamo solo percorrerli. Ma attenzione, anche qui: col migliore dei nostri passi, nel più leale e profondo rispetto sia del sentiero che dei piedi. Perché un sentiero tracciato non rende meno severo il compito né più facili i risultati: si può incedere nella macchia inarticolata con passo sgraziato, brutale e disadorno, inarticolato a sua volta; e si può procedere lungo un sentiero già tracciato con passo danzante e ben composto, che ritraccia e riarticola il sentiero mentre lo cammina.
In realtà quando si parla della traduzione di un albo illustrato i sentieri sono più di uno. Ci sono lì anche le immagini a farsi percorso. Certo, e in quel percorso rendere più bello e complesso l'andare. Le immagini sono ostacoli, ma anche risorse. La mia esperienza di "traduzione poetica" è recente, ha visto quattro traversate in due anni: "Ciao Cielo" (titolo originale "Blue on blue"), con versi di Dianne White e illustrazioni di Beth Krommes, Il Castoro 2016; "Buonanotte Luna" ("Goodnight Moon"), versi di Margaret Wise Brown e illustrazioni di Clement Hurd, NordSud 2017 (un albo americano del 1947 che ha venduto nel mondo 48 milioni di copie); e altri due di prossima uscita di cui non so se sia il luogo e il tempo di dare notizie (gli editori sono precisi e gelosi nella comunicazione delle opere).
In questi quattro cammini da una lingua all'altra ho comprovato lo stesso "passo a tre", le tre "i": INGLESE, ITALIANO, IMMAGINE. O per essere più precisi nei segni e nell'ordine: INGLESE > IMMAGINE > ITALIANO. E per essere più poetici, le tre "s": IL SENSO, IL SUONO, IL SEGNO. E Senso + Suono + Segno = Sogno, se la crema riesce.
Nelle pagine del mio sito che presentano "Ciao Cielo" e "Buonanotte luna" si possono leggere i versi inglesi con la traduzione a fronte: fonti preziose per i curiosi che, col libro di carta ben squadernato accanto (senza le immagini la triangolazione non non si coglie), vogliano scoprire i trucchi, i guizzi, le felici simmetrie, le sottomissioni e le libertà, gli aggiramenti, i tradimenti e i risarcimenti, insomma la fatica del poeta traduttore che saltella fra quelle tre "i", con l'occhio ben fermo su quelle tre "s".
Inglese, immagine, italiano: hai in mente qualche esempio significativo che ci aiuti comprendere come avviene questo che definisci passo a tre? Ne ho tanti e vivi e scalcianti, anche se non è facile comprendere il passo a tre senza le immagini, la "i" di mezzo: vuol dire che i lettori dovranno andare a vedersi le tavole.
Prendiamo i primi versi di "Ciao Cielo". Gli unici nell'intero libro che si discostano sensibilmente dall'originale: ma l'incipit, il benvenuto al lettore, la captatio benevolentiae erano ragioni troppo importanti per trascurarle in vantaggio della fedeltà. I lettori non attratti dall'incanto sulla porta sono comunque persi anche per la filologia.
I versi inglesi dicono: "Cotton clouds. | Morning light. | Blue on blue. | White on white." In italiano diventano: "Nuvole al burro | Vento di velo | Zucchero azzurro | Su bianco di cielo".
Ecco, quel "Nuvole al burro" mi faceva dannare. Così scrivevo a Loredana Baldinucci, la bravissima editor del Castoro che mi seguiva:
"Troppo grasso, troppo unto? Il burro in sé non dovrebbe disturbare: guardando la figura lo si accoglie, quelle nuvole candide e cicciottelle lo sopportano. E poi non posso rinunciare al burro perché consente e introduce il verso che preferisco forse nell'intero componimento: 'Zucchero azzurro', con ossimoro sinestetico (lo zucchero è bianco!) e sonora allitterazione (zuk-zur). No, il burro ci sta. Ma 'al burro' è proprio locuzione da cucina. Più che metafora, padella. In un paesaggio culturale oltretutto affollato di cuochi. Ma non trovo altra via. La versione 'Nuvole di burro', più accettabile all'Ala del Senso, è impraticabile per l'Ala del Suono: una sillaba in più, del tutto fuori ritmo..".
Etc. Questi ruminamenti letterari, però, si stemperavano guardando l'immagine. Fate la prova: la parola "burro" si appoggia alle nuvolette bianche e soffici e rotondette; lo "zucchero azzurro" si scioglie nel cielo celeste, addolcendolo; e l'intenzione dell'autrice inglese di passare spennellate cromatiche a strati ("Blue on blue. | White on white") è ripresa dalla sequenza ". azzurro su bianco.". Insomma, l'esperimento è: leggere solo le due versione testuali senza immagine, leggere le due versioni guardando l'immagine, e verificare le sfumature di armonia/disarmonia che si colgono nelle due letture.
Altri e più ricchi esempi di queste triangolazioni ITALIANO/INGLESE/IMMAGNI si trovano nella pagina del mio sito che presenta l'altra traduzione edita, "Buonanotte luna", coi versi inglesi, quelli italiani a fronte e i commenti del traduttore.



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Questa pagina è stata creata il 13 marzo 2019


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