Laboratorio Teatro Settimo 
AB ORIGINE: LUOGHI PER DURA MADRE MEDITERRANEA
TESTI TEATRALI
I principali testi e materiali letterari elaborati nel corso
del laboratorio
a cura di Bruno Tognolini
INGRID E LILITH

Ingrid e Lilith
Questa versione, l'unica di cui ho conservato traccia, è
stata preparata dalle due attrici che studiavano i personaggi delle due
gemelle, da fonti che ignoro. Le frequentissime ripetizioni di parole e
frasi sono la trasposizione dell'effetto "eco" con cui le gemelle
recitavano il brano.
Mia mia madre una luna tonda e gonfia, 
noi due falci. 
Mia madre madre una roccia, 
noi due pietre rotolate, 
così identiche identiche 
da darle la voglia di costruirci una casa. 
Ci mise ai lati della porta porta 
come due leoni sacri, 
in modo che a chiunque fosse passato di lì 
sarebbe venuta la voglia voglia di capire 
perché eravamo il suo vanto. 
Noi due eravamo nate una una da lei e mio padre
perché anche loro sicuramente chissà dove 
e chissà quando, erano stati un'unica carne. 
Così cominciò a prendersi cura di
noi, 
ci faceva dei vestitini chiari, 
che ricavava da una sola sola stoffa, 
che tagliava in parti esattamente uguali. 
Giocando sulla sabbia io io disegnavamo 
i suoi pensieri. 
Noi come loro eravamo la destra, la sinistra, 
tutte le direzioni, 
tutte le possibilità di viaggiare viaggiare, 
per poi potersi reincontrare, dall'altra parte della terra, 
esattamente uguali a noi stesse, 
come se il tempo non potesse toglierci, 
il privilegio di riconoscerci.
Ma un giorno ruppe tutti gli specchi, 
perché vide i suoi occhi, i più belli belli, 
come due catini sedevano, 
sulla sua faccia da deserto, 
e il suo sorriso sorriso 
era svanito come un'oasi durata il tempo di un miraggio. 
Nostro padre era partito per sempre, fuggito dai suoi fianchi, 
come i contadini abbandonano le campagne per troppo amore amore. 
"Bisogna tagliare i tendini delle gambe delle
bambine abbandonate, 
è il rito, la legge, 
perché non possano vendicarsi del padre con i loro mariti, 
perché non vogliano a loro volta lasciarli, 
perché non debbano correre lontano lontano". 
Longi, a praca, cheia de gente, o fogo, a faca,
o grito, o sangue, mais nada. 
Da allora legate, unite di più, per i capelli,
sempre la stessa distanza, 
un unica direzione, 
non poterci scappare scappare. 
Ma mia mia madre non ci badava, 
lei cieca cieca non vedeva che il ritorno di nostro padre. 
Ascoltava ogni giorno la radio, per seguire 
le sue rotte fantastiche.
Scriveva, in alto, a destra i nomi delle ipotetiche
città: 
Aroeira, Auro, Afferra-la-frusta, Armando, Azziano, figlio di Azzio...
Gli uomini a sinistra in basso
Bruno, Bernardo, Bianco, Buio, Bento...
In basso, i nomi degli uomini, sotto quelli delle
città, 
con i quali 
per vendicarsi cercava di mischiare di nuovo la carne.
Carlos, Carmelo, Carmine...
Un alfabeto di iniziali con cui riscrivere il proprio destino: Demostene, Diego, Dario...
D,E,F,G,H,I,L,M,N,O,P,Q,R,S,T,U,V,X, Ypsilon non
ce n'era, V,Z. 
... e Zico, Zico.
Un alfabeto di nomi per scacciarne uno solo, 
per dimenticare. 
E intanto anche noi cercavamo, 
e da due leoni sacri, 
ci siamo trasformati in due ragni di pietra, 
che tessono reti nascoste 
sulla porta porta 
per catturare chiunque. 
Dove potevamo andare, 
cosa potevamo ormai fare 
con le nostre zampe invischiare e ferite. 
Ma anche a questo lei non badava, 
un giorno, non riuscendo a scordarlo, 
decise di andarlo a cercare nell'ultima città. 
Nella morte come tutti lui prima o poi 
doveva passare passare. 
Allora una maschera di dolore, tatuata 
sulla nostra faccia faccia, 
fu la sua ultima eredità. 
Una promessa fu l'ultimo cappio 
che ci mise al collo collo. 
E questo giuramento, di venirlo a cercare, 
è stato finora come una ruota sottile, 
che ha mosso i nostri passi passi 
fino a qui. 
E ora che ci siamo lui non c'è, 
ma noi lo aspetteremo qui, 
ancora sulla porta, in silenzio. 
Noi noi siamo venute a pretendere ciò che
ci spetta, 
a farci dare ciò che era nostro. 
Perché il Colonnello dovrà togliere l'eclissi dalle facce
falci 
delle figlie dell'unica luna, e dovrà passare il resto delle sue
notti notti a cercarla nel cielo.
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Questa pagina è stata aggiornata il 6 maggio 1997.