Bruno Tognolini
FUOCO
Fiaba quasi vera, in rima e in prosa,
in cui si racconta il celebre incendio dei libri della Fatatrac


Firenze, Fatatrac, ottobre 2003
Illustrazioni di MARA CERRI



  • Presentazione
  • Breve saggio del testo




  • Il libro può essere acquistato online presso




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    Presentazione

    1 . LA NASCITA DEL LIBRO Il 27 gennaio 2003 il magazzino editoriale della Casa Editrice Fatatrac di Firenze è stato distrutto dalle fiamme. Un patrimonio di decine di migliaia di libri per bambini, amati e apprezzati in tutta Italia, e alcuni nel mondo, è andato in fumo. La casa editrice, dopo un primo comprensibile shock, ha ripreso coraggio e, spinta e aiutata da amici, ha cominciato l'opera di ricostruzione.
    Bruno Tognolini con Fatatrac ha pubblicato il suo primo libro, e dopo quello altri quattro. La gratitudine per l'editore che l'ha tenuto a battesimo, e che ora con la pazienza dei miti si accingeva a rialzarsi dal tonfo, lo ha spinto a offrirgli ciò che può offrire uno scrittore: un libro.
    Un libro in dono, che avrebbe scritto rinunciando ai diritti. Ma più che nel contratto, il dono stava nell'argomento: quel libro raccontava il loro incendio...

    2 . LA STORIA In ottave e in prosa teatrale, il Signor Celionati, maestro comico fabulatore, col muto aiuto di Bic, mimo e servo di scena, ci racconta l'incendio (vero!) che nel gennaio del 2003 ha distrutto il magazzino della Fatatrac. Ci mostra gli operai che riparano il tetto di quel magazzino, e le gocce di catrame acceso che cadono giù da un lucernaio. Ci descrive le lingue di fuoco che divampano, e i personaggi dei libri che, come animali di un bosco incendiato, decidono di cercar scampo volando via nella notte. Ma quei personaggi come vivranno, se non possono raccontare le loro storie? Cercheranno di parlare agli umani, ma senza più la carta in cui figurare nessuno li vede né li sente. Cercheranno di vivere nei sogni, sussurrando le loro storie negli orecchi di chi dorme: questo funziona, ma i sogni finiscono all'alba, e loro sono daccapo. Insomma, devono trovare il modo di tornare in carne ed ossa; e siccome "al caso nostro, / la carne è carta e le ossa sono inchiostro", ecco laggiù una tipografia...
    3 . LO SPETTACOLO FUOCO! - Spettacolo teatrale per bambini, tratto dall'omonimo libro di Bruno Tognolini
    Con ROBERTA BIAGIARELLI e PAULA COSTA - Regia di FRANCO BRAMBILLA
    Produzione CORTE OSPITALE DI RUBIERA, marzo 2004

    Il libro, scritto in forma e con suggestioni teatrali, ne ha trovato anche la sostanza nel rapporto con la Corte Ospitale di Rubiera, già ben avviato l'anno prima dalla messa in scena de "L'Accalappiatopi", altro testo (stavolta originale per il teatro) di Bruno Tognolini.
    La messa in scena di Franco Brambilla è un evento abbastanza straordinario, nelle contrastata vicenda dei rapporti fra libri e teatro: il testo vi è rispettato integralmente, riga per riga.
    Le ottave son restituite con sorprendente vivacità dall'attrice Robberta Biagiarelli, scintillante Signora Celionati, che riesce a rispettare del tutto musicalità e precisione metrica del testo, facendola fiorire al contempo di brio e forza scenica col puro magnetismo dell'attore "talentoso".
    Al suo fianco Paula Costa, con le sue azioni di mimo-clown e danzatrice, e con l'animazione di oggetti, giocattoli e scenografie, ricama un controcanto "corporeo" che aiuta i piccoli spettatori nel compito non facile (e assolutamente inconsueto) di percorrere e godere fino in fondo uno spettacolo teatrale in rima e metro.
    Lo spettacolo, rappresentato con successo e per cinque recite al Festivalleteratura di Mantova, è al suo secondo anno di tournée in tutta Italia.

    4 . UN LIBRO DI LIBRI

    FUOCO! È un libro che parla del fuoco, del suo contraddittorio potere di distruggere e ricreare. Ma soprattutto è un libro che parla libri, amore per i libri, necessità dei libri, vita dei libri e morte nelle fiamme e resurrezione dalle fiamme. Ma parla anche di libri in dettaglio, di quei precisi e determinati libri della Fatatrac che stavano bruciando. Le figure che fuggono nei bagliori delle fiamme son "personaggi veri", chiamati per nome e cognome, tratti da una dozzina di titoli della Fatatrac. È un libro quindi in cui si incrociano storie che vengono da altri libri (in questo caso, giocoforza, tutti dello stesso editore). E nulla vieterebbe, per esempio, che un giorno una maestra, o una bibliotecaria, o entrambe insieme, giochino coi loro lettori a scoprire "cosa facevano prima", e da dove venivano, il cane girovago, l'ambulante, lo scolaro col pulcino, il bimbo-talpa, il leopardo bianco, il il giostraio zingaro...

    Venivano da libri che son bruciati, e che ora possono essere ristampati uno ad uno anche grazie all'aiuto di questo libro e di questo spettacolo. Ecco quali:
    PINOCCHIO, illustrato da Arianna Papini; IL PIFFERAIO DI PIENZA, di Roberto Piumini, illustrato da Suzanne Palermo; POZOR, VITA DI UN CANE, di Anne Maar, illustrato da Bernd Mölck-Tassel; SENTIERI DI CONCHIGLIE, di Bruno Tognolini, illustrato da Chiara Carrer; LA GUERRRA DEL PULCINO, Nicola Cinquetti, illustrato da Agnese Baruzzi; IL GOBBA DEI RANDAGI, , scritto e illustrato da Arianna Papini; TALPA LUMACA PESCIOLINO, di Guido Quarzo, illustrato da Nicoletta Ceccoli; SHARIF E IL LEOPARDO AFGANO, di Vanna Cercenà, illustrato da Giovanni Manna; MARIA MOLL CAPPERO, di Paola Pallottino, illustrato da Nicoletta Ceccoli; L'ALTALENA CHE DONDOLA SOLA, di Bruno Tognolini, illustrato da Cecco Mariniello; QUANDO IL MARE INCONTRÒ IL BLU, scritto e illustrato da Cecco Mariniello; LA COSA PIÙ IMPORTANTE, scritto e illustrato da Antonella Abbatiello; STRADA, PATRIA, SINTA, di Gnugo De Bar, illustrato da Antonella Battilani; LA VENDETTA DELLE BESTIAZZE, di Ugo Vicic, illustrato da Sandro Natalini...


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    Presentazione di FUOCO!



    Breve saggio del testo


    Personaggi:
    CELIONATI, maestro comico fabulatore
    BIC, servo di scena
    PERSONAGGI ASSORTITI dei libri della Fatatrac
    SPETTATORI

    I
    Entrate, signore e signori!
    Vecchi e bambini, uomini e bestie, nani e giganti, maschi e femmine, avanti!
    Entrate nel Libro di Fuoco!
    Il Gran Celionati, maestro comico fabulatore, vi presenta uno Spettacolo Speciale!
    Accecante! Ardente! Avvampante!
    Vedrete i Mangiafuoco, i Ballerini della Brace, i Draghi, i Ginnasti degli Incendi, gli Inghiottitori di Fiammiferi, i Pompieri!
    Entrate, gente, entrate! Si vedono le bestie focaie!
    Più gente entra e più bestie si vedono!
    Avanti, laggiù, quella famiglia! Sì... quel papà con l'estintore, avanti!
    E quei signori che fumano, oltre la porta: entrate! Qui dentro il fumo non vi mancherà!
    Fate largo, fate passare la Fenice!
    Signora Fenice, favorisca in Prima Fila: la sedia rossa è riservata a lei!
    (Bic! Muoviti, corta candela, spolvera la poltrona di Fenice!)

    Avanti signori! Stiamo per cominciare! Chi è dentro è dentro, chi è Fuoco è Fiori!
    Chiedo pardòn: chi è fuori è fuori.
    Lasciate fuori i paltò nel guardaroba, perché qua in sala avrete caldo!
    Portate dentro merendine e salsicciotti, perché potrete arrostirli! Avanti, entrate!!!
    (Sei pronto, Bic?)

    Ci siete tutti? C'è più nessuno nel piazzale?
    Fantastico! Fulgente! Fiammeggiante! Andiamo senz'altro indugio a... cominciare!
    Via luci sala! Sipario!
    (Bic, appiccia!)




    1
    FUOCO! Che bruci il sole poco a poco,
    che attendi nel vulcano addormentato,
    che attiri la falena nel tuo gioco,
    che incendi il medioriente bombardato,
    che accarezzi le pentole del cuoco,
    che splendi nelle notti del creato.
    Da' fiamma a questa lingua che ora parlo:
    accendi questo libro, e non bruciarlo.

    2
    Era una sera chiara di gennaio,
    tirava un vento lungo ed ostinato.
    Stanco ed intirizzito, un operaio,
    sopra il tetto di un grande fabbricato,
    in ginocchio vicino a un lucernaio,
    fissava al tetto un foglio incatramato.
    E per fortuna si scaldava un poco,
    perché oltre ai chiodi adoperava il fuoco.

    3
    Il fuoco azzurro dell'acetilene,
    che ammorbidisce e fonde quel catrame,
    e fogli contro fogli incolla e tiene,
    ben stretti come squame contro squame.
    Ma le mani non sanno fare bene:
    fa freddo, è tardi, è buio, è stanco, ha fame...
    E forse non lo sa quell'operaio,
    che sta per combinare un brutto guaio.

    4
    Batti martello, batti martello, batti!
    Fiamma ruggisci, fuoco, mordi e sciogli!
    Sotto quel fuoco draghi, cani e gatti,
    e gnomi e fate e angeli, tra i fogli,
    nei loro libri dormono incantati.
    Tu, martello che batti, non li svegli,
    ma tu, fuoco che bruci, stai attento:
    c'è troppa carta, lì, c'è troppo vento.

    5
    Dormono trasognati i personaggi,
    chiusi nei loro libri d'avventure.
    Come alberi incantati nei paesaggi,
    dormono le parole e le figure.
    E sogni, mondi, miti, voli e viaggi
    hanno per letti le scaffalature:
    perché quello, fra tanti magazzini,
    era pieno di libri per bambini.



    II

    Proprio così, signori miei, come vi dico!
    Immaginate la periferia di una città, quella che chiamano Zona Industriale.
    A Scandicci, nei dintorni di Firenze. La state immaginando? Cosa vedete?
    (Vai col paesaggio, Bic!)

    Capannoni, cancellate, cancelloni; furgoni che entrano ed escono, piazzali di macchine in sosta; uffici a vetrate che specchiano il cielo, casermoni grigi e tetri, magazzini colorati come pappagalli.
    E cosa si vede, ancora?... Cosa si vede?...
    (Bic, brutto cerino spento! Gira o non gira quella manovella?)

    Ecco! Si vedono strade, autostrade, svincoli, grappoli di cartelli, semafori lampanti nella sera.
    Attenti, ora! Fermate lo sguardo su quell'immenso cubo in Via delle Nazioni Unite, grigio e ottuso come un castello medievale. Quello era un grande capannone di stoccaggio...
    (Zitto, Bic! Certo che son sicuro: si dice stoccaggio!)

    ... dove chi voleva, e pagava, depositava la sua merce, di ogni tipo.
    C'era un immenso magazzino di scatolette di medicinali. C'erano depositi delle merci più diverse: perfino uno di addobbi natalizi, con palle e fili e stelle e statuine! E c'erano depositi più piccoli, dove chiunque, persone come voi, lasciava in custodia ciò che voleva per un po': il vecchio pianoforte che non entra più in sala, i mobili della nonna che non c'è più, le pellicce che non le rubino i ladri, la cameretta di Chicca finché non serve a Licia per Giugiù...
    E c'erano infine, signori miei... i Magazzini dei Libri!
    Grandi stanzoni separati da tramezzi, pieni zeppi di scaffali, pieni zeppi di libri fino al tetto.
    Altri due o tre editori, di cui la nostra storia non racconta (ci penseranno i loro autori, se gli va), e poi... voglio ora la vostra attenzione, qua davvero la storia comincia: teneva lì il suo intero magazzino un editore per bambini...
    (Bic, accendi la scritta)

    ... LA FATATRAC!



    6
    Libri di favole, libri di fatti,
    rondini e cùculi, taccole e cani.
    Libri di mostri, sogni di gatti,
    facce di bestie fatte di mani.
    Libri di zingari, draghi distratti,
    femmine e maschi, posti lontani.
    Libri stellati, libri stupendi,
    figli di sogni, padri di incendi.


    7
    Dorme in un libro il gran burattinaio
    col suo Pinocchio che gli sale addosso.
    Nelle mani di un povero operaio
    dorme ruggendo un fosco incendio rosso.
    Dorme sognando rime il pifferaio,
    e le tre rane russano nel fosso.
    In tutti i libri, in tanti modi e forme,
    in ogni riga un personaggio dorme.

    8
    Ecco il cane girovago e gigante
    col suo amico minuscolo bambino;
    e coi sette cappelli l'ambulante,
    e lo scolaro con il suo pulcino;
    ecco il muto incantato mendicante
    col suo cucciolo in braccio e il suo violino.
    Ormai il destino ha cominciato il conto.
    Guardate: manca poco, tutto è pronto.

    9
    La prima goccia di catrame acceso
    cade dal lucernaio spalancato
    sul primo libro, docile e indifeso.
    La seconda solleva un fumo ambrato.
    Alla terza che cade, il fuoco ha preso
    e si protende all'uno e all'altro lato.
    Pazzo d'amore si propaga intorno:
    sogno di fuoco, sì, mondo di forno!

    10
    La fiamma cresce florida, spavalda,
    di rosso e arancio tinge il mondo intero.
    Il fuoco fruga e brucia, fonde e sfalda:
    di ciò che trova fa carbone nero,
    di carta bianca fa cenere calda,
    a storie finte dà finale vero.
    In rose e tulipani di calore
    il giardino del fuoco scoppia in fiore.



    III

    AL FUOCO! AL FUOCO! AL FUOCO!
    E si saranno accesi certamente, signori miei, gli impianti antincendio, coi loro zampillini.
    (Vai con l'acqua, Bic, e pronto il vento!)

    E avranno tentato certamente, gli stessi operai che per sbaglio l'avevano aizzato, di domarlo quel brutto drago rosso. Ma, ahimè: troppo tardi! Il fuoco si nutre di vento, e quel giorno sventura volle che soffiasse sulla piana di Firenze un vento testardo e briccone.
    Soffia sul fuoco, vento bastardo, soffia sul fuoco, soffia!
    Arrivarono, i pompieri, e come no! I bravi e spavaldi pompieri a sirene spiegate si affrettarono da tutta la Toscana, e inondarono di fiumi d'acqua il grande incendio.
    Ahimè, invano! Provate a spegnere, gentile pubblico, un gigantesco cofano di libri, e mobili e scatolette di cartone, che brucia allegramente sotto il vento!
    (Basta sirene, Bic, mi stai assordando!)

    Così bruciò, signori miei. E bruciò e bruciò!
    I pompieri dissero che oramai quell'edificio era perduto, che dovevano preservare gli altri intorno, e che oramai non c'era altro da fare che stare a guardare. E infatti eccoli lì...
    (Sagomine, Bic!)

    ... i proprietari dei magazzini e delle merci, richiamati dalle case a ora di cena. Coi volti terrei, impietriti, fissano il fuoco invincibile che rizza nella notte la sua criniera di porpora e arancio.
    Il proprietario del pianoforte, gli industriali delle scatolette, i fabbricanti di addobbi natalizi...
    E più terrei e più impietriti degli altri, gli editori dei libri.
    Sopra di loro s'alza un fumo di vulcano, colorato di rosso dalle fiamme.
    E poi nero nel cielo della notte.
    E sopra ancora... le stelle indifferenti.
    (...)
    (Zitto, Bic, ignorante! È una pausa d'effetto!)

    Ma qualcuno vi fu, signori miei, che indifferente non restò a quel bruciante destino.
    Qualcuno che si svegliò per mettersi in salvo.
    Guardate bene, guardate fra le fiamme.
    Non le vedete? Una, dieci, cento forme che si muovono...



    11
    Erano dieci, cento creature,
    con gli occhi dilatati di follia.
    Erano i personaggi e le figure,
    indiavolati nella frenesia
    di liberarsi da quelle scritture,
    da quelle pagine volare via.
    Le loro storie non finivano così!
    Via dal fuoco! Via dai libri! Via da lì!

    (...)



     

    Queste sono le prime undici ottave, di quaranta, e i primi tre brani in prosa, di nove che ne conta il poemetto.
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    Questa pagina è stata creata il 23 settembre 2003, e aggiornata l'ultima volta il 17 luglio 2011


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