Chiara Carminati e Bruno Tognolini
RIME CHIAROSCURE
Illustrazioni di PIA VALENTINIS
RIZZOLI, giugno 2012

Brossura, 90 pagine, 13 €



PRESENTAZIONI
  • La quarta di copertina
  • Tutta la storia



  • RECENSIONI E OPINIONI
  • Grazia Gotti sul blog "Zazie News" dell'11/12/2011
  • Alessandra Pavan sul social book magazine "LIBRERIAMO" il 29/06/2012
  • Alice, Elisa, Lucia e Gloria, Avamposto Zero in Condotta di "FUORILEGGE" il 25/09/2012


  • ASSAGGI
  • Sei Poesie Chiaroscure
  • I titoli di tutte le cinquantadue



  • Il libro può essere acquistato online presso



    Me ne sono accorto adesso!
    Dopo mesi che ho finito di scrivere!

    È vero, il contrasto poetico è una forma antichissima!
    Un'acqua di falda che scorre nei millenni: dai sofisti greci, passando per la disputatio del medioevo, giù fino alle gare poetiche sarde, cui ho spesso assistito: ai due poeti veniva assegnato un tema, che trattavano cantandone a strofe alternate il pro e il contro.

    E se poi il tema sono i mesi dell'anno... è vero: Cenne e Folgòre!
    I due poeti che nel XIII secolo giocarono lo stesso gioco nostro, di Chiara e mio!
    È bello quando le forme del passato giungono a noi in segreto, inconsapevoli, non chiamate, mimetizzate e incarnate nell'oggi. Conoscevo Cenne e Folgòre, naturalmente, ma come i poeti per cantare devono possedere, cioè scordare, ciò che è stato cantato prima di loro, nel sedermi a scrivere il mio Contrasto Alternato con Chiara, li avevo debitamente scordati.
    E allora, bentornati! Anch'io, come già Guccini tanti anni fa, "brindo a Cenne e a Folgòre"!



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    Presentazioni


    La quarta di copertina Cupo gennaio, vecchio usuraio
    Uno spruzzetto di sole e già buio


    Una raccolta di filastrocche in cui le voci degli autori si scambiano e si alternano.
    E se gli autori si chiamano Chiara e Bruno possono scrivere il chiaro e lo scuro di ogni cosa.

    Bianco gennaio, sonno di latte
    Culli la terra con la tua notte


    Tutta la storia
    Tutto è cominciato nel 2006


    Tutto è cominciato nel 2006, quando la Libreria Tuttestorie ed Esther Grandesso, allora direttrice del Centro Servizi Bibliotecari della Provincia di Cagliari, chiesero a Bruno e Chiara di scrivere dodici filastrocche per i mesi, che avrebbero arricchito un loro Calendario Bibliografico dei Nati per Leggere. I due poeti, che da tempo erano amici, si son chiesti come potevano dividersi il compito: gennaio l'uno, febbraio l'altra, e così via? No, noioso. Allora? Allora ecco: lei si chiama Chiara, lui Bruno... Potrebbero scrivere il chiaro e lo scuro di ogni mese! Una quartina per dire che gennaio è bello e un'altra per dire che è una gran noia, e così via. Ma Bruno scrive sempre lo scuro e Chiara sempre il chiaro? No: ancora noioso. Allora hanno deciso di scambiarsi il posto ogni volta, e... di nascosto! Senza dire chi ha scritto cosa. Ecco: il gioco era inventato.


    Passati gli anni

    Scritte le rime dei dodici mesi, due quartine ciascuna, una lei e una lui, una chiara e una scura o viceversa, pubblicato il calendario, passati gli anni. Ma ai due poeti il gioco era piaciuto, hanno sempre desiderato andare avanti, scrivere altre Rime Chiaroscure su altre cose del mondo. Farne un libro. Ogni tanto se lo ripromettevano, "dobbiamo fare", "quand'è& che facciamo", finché, come talvolta accade, è giunto il tempo. Ne hanno parlato con Paola Parazzoli e Beatrice Masini, con cui Chiara ha antica amicizia (Bruno no, non aveva mai pubblicato con Rizzoli). Le due editor hanno letto le poesie dei dodici mesi, hanno sentito come Chiara e Bruno pensavano di andare avanti e hanno detto: andate avanti.


    Lì è scoppiata la danza

    Lì è scoppiata davvero la danza. Son stati mesi di poesia e discorsi, telefonate, mail, SMS. Di confronti, consigli, contrasti: "questo è bellissimo, non toccarlo più!" - "no, non mi suona, prova con una sdrucciola" - "questa è un po' pazza, la lascio?" - "sono dodici sillabe, è fuori", "ma no, sono undici, senti!" - "questa non mi viene proprio, facciamo cambio?" - "avevi ragione, quel 'poi' lo tolgo, meglio senza"... E di continuo, ripensamenti, cambiamenti, nei propri versi e in quelli dell'altro, talvolta così urgenti da dover essere comunicati per SMS. Ma anche sacrosante ostinazioni, e magari prima dispetto, ma poi rispetto, e infine affetto per le reciproche ostinazioni.
    Ed era magnifico sentir fluire, incessante, questa teoresi retorica applicata: non i discorsi sulle case di due urbanisti in convegno, ma di due muratori in cantiere (sono dodici! - sono undici! - contiamo!). Per entrambi una felice irripetibile vacanza dalla solitudine dello scrittore, e ancor più del poeta.


    Sono di tutti e due

    Ed ecco dunque arrivare, dopo sette anni da quelle prime rime dei mesi, le sedici RIME DI MONDO, che come quelle sono Rime Chiaroscure. Chiara e Bruno hanno continuato a mettere in comune i versi, come bambini che mettono insieme giochi, scorte di caramelle o figurine, dicendo: ora questi non sono più i miei e quelli i tuoi, ma tutti sono di tutti e due. Ma cosa vuol dire che queste poesie sono di tutti e due, cosa comporta che non siano firmate? Non è solo un indovinello per i lettori, che si cimentino a capire chi ha scritto cosa, è molto di più: vuol dire che a Chiara va bene che qualche lettore pensi che i suoi versi li ha scritti Bruno, e a Bruno che i suoi li ha scritti Chiara. Questa è una cosa molto rara per i poeti, attenzione: una cosa che non succede quasi mai.


    Le mani libere, non più intrecciate

    E poi sono arrivate le RIME DI COPPIE. Non più i due lati, chiaro e scuro, della stessa luna, ma due cose separate: Luna e Sole. Cane e Gatto Caldo e Freddo, Dentro e Fuori. Ma qui è piovuta una poesia di Chiara, che s'era stancata di scrivere nella gabbia metrico-strofica della filastrocca, e ha messo sul tavolo la stupenda poesia del FREDDO. Era bellissima, diceva Bruno, ma rompeva il gioco: non poteva mai essere scambiata per una delle sue. Però attenzione... Esattamente come le altre parevano all'uno e all'altro tanto belle che potevano essere dell'uno e dell'altro, questa era bella proprio perché era dell'uno e non poteva essere dell'altro. Niente di grave, bisognava solo riconoscere il nuovo cammino: nelle ultime ventidue RIME DI COPPIE i due poeti si sono separati, come un duetto che passi dall'unisono al contrappunto, ma sempre cantando insieme, camminando fianco a fianco, ognuno per la sua via e guardando l'altro. Scrivendo sempre a quattro mani, ma con le mani libere, non più intrecciate. Per questo le ventidue RIME DI COPPIE, almeno nell'Indice e in piccolo, perché un po' dispiaceva, sono firmate.


    Pia

    E infine è arrivata Pia Valentinis, che a sua volta è antica amica di Bruno e di Chiara; e addirittura, fra Cagliari e Udine, compaesana perduta di entrambi. Pia è entrata nella danza con dolcezza, con timore, con cautela, ma con tutto il peso utile della sua arte. Provando, interpretando, forzando, rivelando; e dove non riusciva a entrare, chiedendo aiuto e consiglio. Bruno le ha scritto una lettera di "sottovesti" (parafrasi famigliare dei seriosi "sottotesti" che i suoi ricordi teatrali rievocavano): pensieri e immagini segrete, da retrobottega, che sottostavano alle sue parti di Chiaroscure. Chissà che non servissero per smuoverle qualcosa... E così, svelando e nascondendo coi suoi disegni in bianco e nero le ombre nella luce e le luci nelle ombre, Pia ha dato a quelle parole brune e chiare forme ed eco inattese, scoperchiando altre preziose sorgenti di senso.


    Cosa scegliete?

    L'ha scritta Chiara? L'ha scritta Bruno? Le cose del mondo sono chiare o sono scure? O sono pie? Chiara, Bruno e Pia qui rispondono in poesia, confondendo le loro voci e lasciando che stingano una sull'altra. E il gioco ovviamente non finisce, ma continua qui dove si chiude il libro: così ogni lettore, guardando il mondo, può decidere: sta col Chiaro? Con lo Scuro? Col Chiaroscuro?




    Mantova, Festivalleteratura 2011, Anticipazione del libro



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    Sei poesie con le loro illustrazioni

    Ecco sei Rime Chiaroscure: due RIME DI MONDO, due RIME DI TEMPO, due RIME DI COPPIE.



    5. Fratelli
    Dal libro, con illustrazione

    Fratello è ramo che nasce di lato
    Sorella è foglia che cresce al mio fianco
    Insieme siamo uno sguardo stellato
    Insieme siamo il respiro del branco

    Fratello è limite al mio mezzo mondo
    Sorella è termine al mio mezzo gioco
    Mai tutto intero, mai fino in fondo
    Tutto più povero, tutto più poco



    10. Nuvole
    Dal libro, con illustrazione

    Le nuvole sono fantasmi di uccelli
    Son lente ladrone dei giorni più belli
    Nascondono il sole, cancellano il blu
    Arrivano piano e non partono più
    Il vento le spinge, le strizza, le afferra
    Son stracci del cielo da dare per terra

    Inventano viaggi volando a vapore
    E viaggiano gli occhi a guardarle per ore
    Ventagli leggeri alle noie d'estate
    Son bestie al galoppo, meringhe assonnate
    Mutanti figure di panna e velluto
    Le nuvole sono il mio cinema muto



    17. Gennaio
    Dal libro, con illustrazione

    Cupo gennaio, vecchio usuraio
    Uno spruzzetto di sole e già buio
    Delle mattine che cosa ne hai fatto?
    Due monetine di ferro gelato

    Bianco gennaio, sonno di latte
    Culli la terra con la tua notte
    Hai voce soffice e respiro lieve
    Ninni ogni seme sotto la neve



    20. Aprile
    Dal libro, con illustrazione

    Pieno di pollini che danno starnuti
    Ovunque insetti e ronzii sconosciuti
    Per questo aprile, non sarà un caso
    Mi fa saltare la mosca al naso

    E il naso spara, moccioso cannone
    Quei freddi giorni di buio bagnato
    E caccia fuori con quell'esplosione
    Via dalla testa l'inverno passato



    33. Caldo
    Dal libro, con illustrazione

    Il sole da sopra si sporge di sotto
    Il mondo si toglie il cappotto
    L'estate rovescia colore arancione
    Il mondo si toglie il maglione
    Il caldo stordisce la pietra e la serpe
    Il mondo si toglie le scarpe
    E cammina scalza nel corpo che suda
    La vita che è nuda



    34. Freddo
    Dal libro, con illustrazione

    È quando
    spalanchi la pancia ad abbracciare il
    vento, e senti
    tutto il sangue che sussurra sottopelle
    è un tuffo nel tremore delle stelle.

    È quasi
    una morsa di tagliola sulle
    guance, e fa
    l'orizzonte filo azzurro, e affilato
    fende il fiato e lo mutila a metà.



    35. Dentro
    Dal libro, con illustrazione

    Dentro la casa
    C'è una stanza dei bambini
    Dentro la stanza
    C'è una tana di cuscini
    Dentro la tana
    Ci sono io e ci sei tu
    Dentro di noi
    C'è un universo e anche di più

    Che strano, se ci penso:
    Nel piccolo, l'immenso



    36. Fuori
    Dal libro, con illustrazione

    Quando sarò bambino, e avrò aperto le ali
    Lasciatemi giocare nei cortili
    E quando sarò grande, e avrò la mia famiglia
    Lasciatemi le chiavi sulla soglia
    Poi quando sarò vecchio, e dovrò stare in casa
    Lasciatemi la porta un po' socchiusa
    E quando poi la morte mi suonerà la tromba
    Lasciatemi socchiusa anche la tomba




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    Titoli di tutte le cinquantadue

    Ed ecco l'intero indice del libro, coi titoli delle 48 Poesie Chiaroscure in parole di Chiara e Bruno e delle due Poesie Chiaroscure in figura di Pia, e col nome dell'autore (Chiara o Bruno) per le 22 RIME DI COPPIE.



    RIME DI MONDO


    1. Camera
    2. Auto
    3. Colazione
    4. Fratelli
    5. Parenti
    6. Letto
    7. Disegni
    8. Capelli
    9. Vestiti
    10. Neve
    11. Vento
    12. Insetti
    13. Nuvole
    14. Tramonto
    15. Uccelli
    16. Nebbia


    RIME DI TEMPO

    17. Gennaio
    18. Febbraio
    19. Marzo
    20. Aprile
    21. Maggio
    22. Giugno
    23. Luglio
    24. Agosto
    25. Settembre
    26. Ottobre
    27. Novembre
    28. Dicembre



    RIME DI COPPIE


    29. Cane (di Bruno)
    30. Gatto (di Chiara)
    31. Giorno (di Bruno)
    32. Notte (di Chiara)
    33. Caldo (di Bruno)
    34. Freddo (di Chiara)
    35. Dentro (di Chiara)
    36. Fuori (di Bruno)
    37. Sole (di Bruno)
    38. Luna (di Chiara)
    39. Dolce (di Chiara)
    40. Salato (di Bruno)
    41. Città (di Bruno)
    42. Paese (di Chiara)
    43. Mare (di Chiara)
    44. Montagna (di Bruno)
    45. Penna (di Chiara)
    46. Computer (di Bruno)
    47. Fare (di Chiara)
    48. Non fare (di Bruno)
    49. Prosa (di Chiara)
    50. Poesia (di Bruno)
    51 Chiaro (di Pia)
    52 Scuro (di Pia)



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    "BRINDO A CENNE E A FOLGÒRE!"


    Folgòre da San Gimignano

    Folgòre (fulgòre) scriveva versi alla maniera provenzale detta del "plazer", componimenti in cui si elencava una giostra di situazioni amene di vita laica e mondana. La corona "dei mesi" è composta da quattordici componimenti (prologo, i mesi, epilogo), rivolti a un'immaginaria brigata nobile e cortese, a cui il poeta indica e insegna i sollazzi adeguati a ciascun mese dell'anno.


    DI GENNAIO

    I' doto voi, nel mese de gennaio,
    corte con fochi di salette accese,
    camer' e letta d'ogni bello arnese,
    lenzuol' de seta e copertoi di vaio,

    tregèa, confetti e mescere a razzaio,
    vestiti di doagio e di rascese:
    e 'n questo modo star a le defese,
    mova scirocco, garbino e rovaio.

    Uscir di for alcuna volta il giorno,
    gittando de la neve bella e bianca
    a le donzelle che staran da torno;

    e quando fosse la compagna stanca,
    a questa corte faciase retorno:
    e si riposi la brigata franca.


    Cenne della Chitarra

    Cenne (Bencivenni) deve la sua fama soprattuto alla Risposta per contrari, in stile burlesco, che diede ai Sonetti dei mesi del contemporaneo Folgòre. La sua parodia rovescia specularmente la corte di raffinati e gaudenti nobili toscani in una comunità di corrotti, pervertiti e avari, abitanti in capanne e paludi.
    DI GENNAIO

    Io vi doto, nel mese di gennaio,
    corti con fumo al modo montanese;
    letta qual ha nel mar il genovese;
    acqua con vento che non cali maio;

    povertà di fanciulle a colmo staio;
    da ber, aceto forte galavrese,
    e stare come ribaldo in arnese,
    con panni rotti senza alcun denaio.

    Ancor vi do così fatto soggiorno:
    con una veglia nera, vizza e ranca,
    catun gittando de la neve a torno,

    appresso voi seder in una banca;
    e rismirando quel suo viso adorno,
    così riposi la brigata manca.



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    Questa pagina è stata creata il 14 giugno 2012 e aggiornata l'ultima volta il 25 settembre 2012


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