Bruno Tognolini
CARO NONNO
che non tornerai più


Illustrazioni di SIMONA MULAZZANI
Canzone di LORENZO TOZZI



CARLO GALUCCI EDITORE, ottobre 2021
Cartonato 24x32cm, 32 pag.colori, € 13,50





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di Bruno Tognolini

Caro nonno
Son passati tanti giorni
Ti ho aspettato
E ho capito che non torni
Ti hanno messo
Come un seme in un bell'orto
Ci ho pensato
E ho capito che sei morto



Nel cerchio naturale della vita capita anche che i nonni se ne vadano, per non tornare più. Ed è destino dei nipotini soffrirne la mancanza, chiedersi dove siano finiti.

Questo è un libro-talea che può aiutare i bambini e i loro grandi a ricordare chi è mancato, a fare domande difficili, a dare risposte profonde.


  • La talea
  • Il pianto
  • Il canto
  • Le immagini




  • La talea
    La talea è un rametto staccato dalla sua pianta, che nella terra ne rigenera una nuova.
    Questo libro talea nasce da un rametto preso dal grande albero libro generoso delle Filastrocche della Melevisione, pubblicato da Carlo Gallucci nel 2010. E in quell'albero la "Filastrocca per la morte di un nonno" era giunta da una puntata de "La Melevisione" per cui l'avevo scritta nel febbraio 2007. Per quindici anni l'ho recitata nei miei incontri in tutta Italia, e come dirò fra poco scuoteva gli animi, e mi veniva chiesto dove poterla trovare, e io mandavo a cercarla fra le centossessanta raccolte in quel libro. Bene: ora, nutrita dalle tavole di Simona Mulazzani e innaffiata dal canto di Lorenzo Tozzi, rifiorisce in un bel vaso tutto suo. Chi ne ha bisogno la troverà più facilmente.




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    Il pianto
    Non manca quasi mai, le mille volte che dico questa rima, qualche lacrima presto celata fra chi l'ascolta. Io raccolgo quel pianto e lo racconto, lo incornicio nel disegno umano delle pietose reciproche custodie. Parlo dell'antico mestiere delle attitadoras sarde, e di tutte le altre poetesse e poeti funebri del mondo. Racconto ai bambini e ai grandi che in Sardegna, quando accadeva un lutto, si sapeva che c'era in paese una tzia, una signora brava a cantare le rime del morto; la si chiamava a cantarle, e se lei era brava e le sue rime belle, facevano piangere tutti nella bellezza. Ma insieme: per questo il pianto funebre si chiama compianto, perché è pianto fatto con gli altri, e con la bellezza; e allora è pianto buono, che risana se non la ferita inguaribile almeno i bravi giorni, che tornano in fila. Questo lavoro del pianto antico può compierlo una filastrocca, una poesia, una musica, una storia, un film. Cambiano solo le forme, il canto resta.



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    Il canto
    Giardiniere di questo libro-talea è stato in gran parte Lorenzo Tozzi, che già aveva messo in musica e canto altre filastrocche della Melevisione: le Cantafilastrocche edite ancora da Gallucci, piccoli libri cartonati con illustrazioni di Barbara Vagnozzi e CD audio allegato. Lorenzo da tempo aveva preparato una versione cantata anche per la " Filastrocca per la morte del nonno", e con la sua dolce costanza premeva perché ne nascesse una pubblicazione. Ma sempre più vasta ormai dilaga la mutazione del consumo musicale: inutile pubblicare un altro libro con quel supporto, pochi ormai hanno in casa un lettore CD. Pensa e ripensa, Gallucci ha risolto per questa soluzione editoriale: la bella canzone di Lorenzo, che dà forza ai versi e alle immagini, inserita in un grande albo illustrato, si ascolterà negli smartphone o nei PC (meglio sempre con una buona cuffia) attivando il QR-code nel colofon in testa al libro.



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    Le immagini
    Le tavole di Simona Mulazzani, che mai fino a ora nella mia strada di libri illustrati avevo incontrato, sono state una gioiosa sorpresa. Si aprono, nelle prime quattro tavole a colori, sulla stordita meditabonda esplorazione dell'assenza, ancora quasi in apparenza serena, come nella bugiarda anestesia di un colpo forte appena preso. Poi da lì, al lampo della comprensione, giù in tuffo nel fosso del cuore, nello smarrimento profondo: i pensieri, i ricordi, le domande si affollano e si confondono nel caos delle due tavole successive, quasi monocromatiche e convulse. Poi ecco lo spiraglio, nell'arrivo del pianto che innaffia, risciacqua e ridisegna il mondo, ancora scolorito ma forse di nuovo un po' riconoscibile, nella promessa di nuvole nuove, di pianto buono. E infine, nelle ultime quattro tavole di nuovo colorate e composte, col giro della stagione arriva la fine del pianto, che offusca la vista: le cose del mondo riprendono il loro posto, così anche il nonno può trovare il suo.
    Bello, proprio bello vedere lì ben disegnati i quattro atti, i quattro passi di cammino che in questa poesia avevo scritto, senza saperlo.





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    Questa pagina è stata creata il 21 ottobre 2021 e aggiornata l'ultima volta il 27 ottobre 2021


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