Pubbliche scuse a una bambina Rara
Non storia ma fatto realmente accaduto, e atto dovuto


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Da molti anni, negli incontri con le scuole, uno degli stratagemmi che uso per fare "toccar con mano" ai bambini il ritmo delle filastrocche, il tamburo nascosto nei versi, è una conta scritta da me, che recito ed eseguo fra loro, e che finisce così:

… Passa la sete, passa la fame
Resta soltanto un salame… TU!


Spiego poi che quel dito che nelle conte segna uno per uno i presenti per sancire chi "esce" è come la bacchetta del tamburo, e non saprebbe proprio dove andare a battere se la voce non scandisse il ritmo. Ridico la filastrocca "senza tamburo", cercando di sfilare via il ritmo dalla dizione dei versi, e il dito in effetti brancola in aria. Concludo che senza il ritmo la conta non conta più nulla.
Col "TU" finale di quella filastrocca, naturalmente, il dito va a puntarsi su un bambino. Gli altri ridono. Lui si schermisce, o sorride imbarazzato, o talvolta più di rado si adombra un po'. Io mi affretto a dirgli che non si offenda, che è una conta, uno scherzo e un caso, e che ora la rifarò daccapo per fare uscire salame qualche altro.
Forse non mi sono chiesto mai abbastanza a fondo se qualche bambino potesse patire realmente scorno, mortificazione per quell'essere pubblicamente additato come salame dallo "scrittore", da quell'adulto straordinario arrivato in classe, atteso e immaginato e disegnato, e presentato dalle maestre già da giorni come persona autorevole e importante.
Bene, il giorno 26 novembre 2008 è apparso sul mio Libro degli Ospiti questo messaggio:


Ciao!! Quando ero piccola guardavo sempre la Melevisione e leggevo le tue filastrocche, le imparavo a memoria e poi le insegnavo ai miei amici... e poi quell'operazione geniale: "leggere+lavorare=scrivere"... non me la sono mai dimenticata. E poi un giorno ti ho visto dal vivo... a scuola... eri così simpatico!!! Fino a che ti sei fregato alla grande perché, facendo una conta che includeva tutti i bambini della scuola, alla fine di quella hai indicato proprio me dandomi del "salame"! Come hai potuto???? So che scherzavi, ma con i bambini non si fanno certi scherzi...tutta la scuola rideva di me. Dopo soli dieci minuti ogni studente si sarebbe dimenticato di quella risata, di quel dito puntato su di me mentre le labbra pronunciavano "salame"... solo una bambina, dopo circa nove anni, si sarebbe ancora ricordata di quel momento orribile. Una bambina ora cresciuta, che ti ha cercato su Internet, e che esige delle scuse. Ciao ciao, RaRa

Ecco, Rara, come dice il mio collega Stefano Bordiglioni: "Chi non fa non falla". Lui poi continua, perché di rima si può ben scherzare, "chi non ba non balla / chi non mo non molla / e chi non co non colla". Ma fermandosi al primo verso: chi non fa non sbaglia. Io faccio e ho sbagliato.
Posso dire a mio parziale discapito che galeotto e maledetto è stato il caso. Le conte sono roulette, arnesi fatti per far girare il caso. Un caso imprevedibile e bastardo ha voluto che il mio dito e l'epitteto scherzoso cadesse su una bambina, una dei pochi fra i tenti presenti, proprio quella che già mi conosceva, mi apprezzava, imparava a memoria le mie filastrocche, serbava in sé i miei consigli. Posso capire che quello scherzo fortuito a quella bambina possa aver bruciato più che agli altri, e più che non abbiano visto i miei occhi, che di corsa indagavano nel viso del "salame" i segni e le ombre di un eventuale smacco.
Nove anni son tanti, ma se quella bambina Rara ancora se ne ricorda, e nove anni dopo chiede le mie scuse, ebbene eccole: pubblicamente sul mio sito gliele faccio.
Te le faccio, Rara (chissà qual è l'altro nome), con medicamenti omeopatici, fratelli del male, chiodo che scaccia chiodo. E poiché chi di rima ferisce di rima guarisce, ecco qui una filastrocca delle scuse, scritta per la puntata di Melevisione "RADIO GUFO", andata in onda il 25 gennaio 2001.


Scusa di quel che ho fatto
– Acqua lavalo via
Scusa di quel che ho detto
– Fuoco brucialo via
Scusami se ti ho offeso
Toglimi questo peso
– Vento soffialo via
Rendimi il tuo sorriso



Scusato?

E gli altri bambini che posso aver offeso con quel dito in quindici anni di incontri con le conte, e che non mi hanno mai scritto: scusato anche da loro?

Ora quella conta la farò in un altro modo: non so ancora quale ma uno lo troverò.
Tutto è occasione per imparare, e non si finisce mai: sappilo, Rara.







Ed ecco, due giorni dopo, la Risposta di Rara (n.290 del mio Libro degli Ospiti): Ciao Bruno!!! Sono la bambina Rara, ricordi?? Il mio vero nome è Chiara, e ora ho diciassette anni :) Appena ho visto la tua estesa ed elaborata risposta di scusa, pubblicata proprio sul tuo sito internet, non ho desiderato altro che riscriverti subito (come hai fatto tu, del resto), ma ora che sono qui e mi sforzo di risponderti nel modo più sincero e spontaneo possibile, non mi vengono le parole. Desidererei ringraziarti per avermi dedicato tutta quella splendida pagina. Leggere quella filastrocca (che senza dubbio avevo già sentito!) mi ha fatto ripensare alle altre che un tempo recitavo, e che tutt'ora ricordo. Sai, ho "sempre pensato" che le simpatiche filastrocche di Mal Di Pancia Calabrone funzionassero davvero! Scrivo molto anche io, filastrocche comprese, e sono piuttosto prolissa, però mi rendo conto che riempire questo messaggio di altre parole finirebbe con il banalizzare o disperdere il messaggio essenziale che volevo trasmettere: certo che sei scusato, i tuoi libri sono di nuovo sul mio comodino e le tue filastrocche sul mio sorriso. Un saluto ;)



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Questa pagina è stata creata il 27 novembre 2008, e aggiornata il 5 dicembre


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