Antonella Abbatiello e Bruno Tognolini
FARFALLA
Ninnananna in versi e figure per i pensieri del dormiveglia, dai 3 anni a tutte le età
Firenze, FATATRAC, settembre 2010






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Dalla quarta di copertina


I pensieri prima del sonno sono una farfalla,
che frulla da una cosa all'altra e riepiloga il mondo per domani:
il fiore, il cielo, il sole, il mare, il bosco...
Questo libro è una ninnananna del pensiero.



La Fabbrica Incerta. Riflessioni sulla nascita del libro.

Prima, però, un breve ammonimento. Queste riflessioni non c'entrano un bel nulla col libro, con la sua vera natura e bellezza, se mai ne ha. Sono scavi e ragionamenti sulle sue modalità di fabbricazione, in effetti insolite nell'usuale collaborazione fra uno scrittore e un'illustratrice. Ma non rendono merito al libro più di quanto un trattatello di frutticoltura renda il gusto della mela morsicata. Lasciando quindi ai morsi la loro assoluta primazia, ragioniamo della nascita del libro.

La presentazione del libro MAREMÈ, su questo stesso sito, finiva con queste parole: "L'esperimento era comunque così riuscito, questo gioco dello scambio delle parti fra scrittore e illustratore, del vai avanti tu che ti seguo, è tanto piaciuto a entrambi, e i suoi frutti son parsi – non solo a entrambi – così felici, che si è deciso di ripeterlo. Un altro libro nascerà così".
Ed eccolo, è nato.
Antonella ed io abbiamo rifatto il gioco, ci siamo di nuovo scambiati le parti: io ho giocato a illustrare coi miei versi una sequenza di figure che Antonella aveva disegnato per illustrare una sua storia.
Quella storia, ripresa dal celebre racconto "Il sogno della farfalla" di Zhuang Zhou - e, ripeto, per illustrare la quale Antonella aveva disegnato appositamente quelle figure - narrava di un bambino che sognava una farfalla, che volava su un fiore, che cresceva su un prato, che copriva la terra, che finiva nel mare... e via così finché, al capo dei sogni, "quella notte la farfalla sognò di essere un bimbo": e chiuse il cerchio.
Il mio compito era ignorare quella storia; ignorare le parole, scritte da Antonella, che in calce a ogni figura narravano quella storia, e scriverne un'altra.
L'ho fatto. La nuova storia che ho scritto, adattandola alla sequenza di quelle immagini, racconta in versi i pensieri vagabondi e cangianti che accompagnano il tempo prima del sonno. Del sonno di un bambino così come di un grande ("Chi dorme è tutti gli uomini" - scrive Borges). Quei pensieri dall'andamento spezzato e rapido come il volo di una farfalla, che pur con quel volo incerto riepilogano e ricreano il mondo per l'indomani. E che, alla fine del giro del mondo ricreato, tornano a svolazzare attorno alla testa del vegliante: che finalmente può dormire.
Come si vede, quindi, due storie ben diverse.
E allora viene da chiedersi: possono le figure che illustrano una storia svestirsi di quella storia e vestirne un'altra, conservando armonia e chiarezza? O magari acquistandone di nuova? Il nuovo testo, il nuovo vestito non riuscirà goffo e dispari, tagliato e cucito per rivestire forzatamente forme non proprie? O viceversa, le figure non appariranno asfittiche e sofferenti, costrette in un abito che non è il loro?
Non so rispondere. Non riesco a scrutare a fondo gli ingranaggi di questa sintonia di narrazione a presa inversa fra testo e figure: non riesco e non voglio. Perché temo che, a guardarla troppo, la farfalla voli via; a studiarla troppo possa finire infilzata allo spillo.
Questi bei libri sono dunque una Fabbrica Incerta. Rinunciare a "modellizzare" un processo, non potere né voler farlo, significa rinunciare a riprodurlo in forme certe e identiche, a replicarlo ogni volta che si vuole per generare decine di "prodotti" nuovi e simili. Misteriosamente, miracolosamente, il processo ha funzionato, il gioco pare riuscito anche stavolta. Ma poiché non sappiamo veramente come abbia funzionato, come funzioni, non è affatto detto che riesca ancora una prossima. Un'unica e forse ultima prospettiva rimane aperta, la più buffa e peregrina, eppure di millenaria gagliardia: i proverbi. Per esempio quello che dice: "Non c'è due senza tre..." (Nessun altro infatti dice: "Non c'è tre senza quattro").



Una farfalla si è posata in Pediatria Alcuni ambienti del Reparto Pediatrico dell'Ospedale Brotzu di Cagliari sono stati illustrati dalle figure di Antonella Abbatiello e dai versi dei libri "Maremè" e "Farfalla".
Progetto a cura di Daniela Zedda, realizzato con il Liceo Artistico e il Reparto Pediatrico dell'Ospedale Brotzu di Cagliari.



Commenti e recensioni Maria Letizia Meacci su LIBER n. 90, aprile-giugno 2011 (PDF 166 KB)


Le prime tre tavole del libro




1.
Nella notte io penso e ripenso alle cose del giorno
Il pensiero è una luce leggera che mi vola intorno








2.
Una gialla farfalla che immagina un altro colore
La farfalla ci pensa e ripensa, e così spunta un fiore








3.
Primo fiore che sporge nell'aria la testa bambina
E più pensa a quell'aria e più intorno diventa mattina




... il resto nel libro di carta.

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Questa pagina è stata creata il 6 ottobre 2010, e aggiornata l'ultima volta il 2 giugno 2011


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