Un'altra "traduzione poetica"
IL VERO AMORE DEI DODICI SOFÀ
ALBO ILLUSTRATO PER TUTTI

da THE TWELVE DAYS OF CHRISTMAS
Tappezzerie e tessuti d'arredo di WILLIAM MORRIS con le illustrazioni di LIZ CATCHPOLE
Testo inglese: filastrocca tradizionale natalizia di fine ottocento
Edizione inglese VICTORIA & ALBERT MUSEUM

Versione poetica di BRUNO TOGNOLINI
ADRIANO SALANI EDITORE, ottobre 2018
Edizione di pregio, copertina rigida, 64 pagine a colori, EURO 24,50
(EURO 18,24 su IBS)


La presentazione dell'editore sul sito Il Libraio:

Questa edizione speciale è ispirata alla collezione Victoria & Albert delle opere di William Morris, pioniere del movimento Arts and Crafts per la riforma delle arti applicate. L'illustratrice Liz Catchpole ha selezionato alcuni motivi originali di Morris dall'archivio V&A e ha inserito immagini nuove ispirandosi a quella collezione. Gli uccelli e le foglie stilizzate di Liz Catchpole ampliano i motivi originali e interagiscono con essi per creare scenari meravigliosi. Le immagini richiamano direttamente i lavori di Morris e lo schema ad accumulo del testo entra in risonanza con la ripetizione dei motivi di tappezzerie e tessuti d'arredo. Morris era famoso per la padronanza del colore, e la gamma che viene utilizzata in questo libro è ispirata alla ricchezza delle sue sfumature, con qualche tocco aggiuntivo di vivacità. Splendido, affascinante e unico, nella versione italiana di Bruno Tognolini, questo libro è una meravigliosa celebrazione di William Morris ed è un'autentica festa per gli occhi.


Il libro può essere acquistato online presso



INDICE

  • Il problema del sogno di sostegno
  • Il primo sogno scartato
  • Traduzione con testo a fronte
  • Nota del traduttore
  • Poche pagine d'assaggio





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    Il problema del sogno di sostegno.

    Come ho avuto in mano - anzi purtroppo sullo schermo, che però è ormai mano del mio lavoro - il sontuoso librone di William Morris, Liz Catchpole e Victoria & Albert Museum, si è aperto il solito orizzonte bello come una mattina di passeggiata, col suo compito: dovevo trovare il mio cammino in quel paesaggio. Tradurre, sì, ma cosa? Come? Con Mariagrazia Mazzitelli, direttrice di Salani e complice in questa impresa, siamo stati subito d'accordo: via il Natale. Perché?
    È bello quando accade, e accade più spesso di quanto non paia, che i motivi commerciali e quelli artistici s'incontrrano e camminano insieme. L'editore aveva sacrosanto interesse a proporre quel libro non solo come strenna di Natale, ma lungo tutto l'anno; e lo scrittore si rendeva ben conto, con lui, che non era solo questione di vendere e comprare, ma leggere e comprendere. Quella filastrocca, quella carola natalizia dona di certo agli anglosassoni ondate di memoria e nostalgia, atmosfera e rêverie: forse qualcosa di simile a quando noi ci canticchiamo in mente "Tu scendi dalle stelle". Ma a noi italiani no, niente di tutto questo. Se io avessi tradotto "Nel primo giorno di Natale il mio amore mi donò... Nel secondo giorno di Natale il mio amore mi donò... Nel terzo giorno di Natale..." e così via, avrebbe significato alle orecchie italiane, ed echeggiato nelle gallerie di memoria e sogno, solo il primo, il secondo e il terzo giorno di Natale (che poi quanti giorni ha Natale?), e niente più. No, ci voleva un altro sogno di sostegno.

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    Prima versione scartata: la noia di un bambino Il primo sogno che ha preso corpo è stato scartato: o meglio l'editore, per i motivi che presto dirò, mi ha chiesto di riprovare. Era il sogno della noia di un bambino in visita alla nonna, agli zii, a qualche altro anziano parente o amico di famiglia. Quelle ore - fossero pure decine di minuti, che ore parevano - passate in quei salotti, seduti su divani foderati da tessuti damascati, con quelle forme di foglie strane intrecciate e rami e serti, e se si era fortunati anche di uccelli, in cui gli occhi e le mani della noia si posavano e perdevano. Ecco, quello poteva essere un bel sogno di sostegno: una cornice, un'impalcatura da sostituire a quella natalizia, con ardita opera d'ingegneria poetica, senza farla crollare. Ma era un sogno visivo, non verbale: tratto dalle sole immagini del libro originale, non dal testo.
    E per questo non ha convinto l'editore. Era un sogno, questo è vero, molto libero, spericolato, troppo altrove divagava dal testo originale. Di cui scompariva del tutto il (ripetuto dodici volte) "my true love gave me": il tema dell'amore. Tenendo il tema della noia sul divano, mi ha chiesto l'editore: il tempo sospeso che perde e smemora le sue immaginazioni su quelle forme intrecciate e damascate; tenendo quel tema, accanto al bambino non potresti aggiungere un innamorato?
    Aggiungere no, ho risposto all'impronta. Il divano è grande, è vero, ci starebbero tutt'e due, ma chissà che imbarazzo. Due rêverie estranee l'una all'altra, che si darebbero noia. No, non posso aggiungere, sostituisco. Via il bambino annoiato (e che peccato! Io mi ricordo quei divani, quella noia, quei sogni di sostegno), e dentro l'innamorato. Il libro originale ha i suoi diritti sacrosanti, non ci si può scostare troppo. E poi questo libro in Italia si deve vendere non solo per bambini, e a buona ragione: quindi, l'amore.
    Del sogno di sostegno scartato e dileguato resta un relitto: la filastrocca Prologo, che gli dava corpo e annuncio in testa al libro. Del tutto arbitraria, ammetto, inesistente nell'originale, che non aveva bisogno di premesse perché bastava leggere il primo verso e tutti gli inglesi e gli americani sapevano bene di cosa si stava parlando. Allora, poiché non troverà luogo in altri libri o raccolte (troppo funzionale, troppo object-oriented), ecco che qui facciamo vivere per una volta sola questa FILASTROCCA PROLOGO DELLA NOIA DEI BAMBINI SUL SOFÀ.
    Sul sofà di zia Sofia
    - Le quattro e cinque, le quattro e dieci
    Il pomeriggio scivola via
    - Le quattro e un quarto, le quattro e venti
    I grandi parlano e bevono il tè
    - Le quattro e ventuno, le quattro e ventotto
    Non c’è nessuno che gioca con te
    - E noia di sopra e noia di sotto

    Noia dipinta sul grande divano
    Tutto coperto di un velluto strano
    Pieno di cose, di foglie e di fiori
    Pieno di forme ma senza colori
    Tutte in rilevo, dice il bambino
    Le guarda bene, vicino vicino
    Tocca col dito, pensa e s’incanta
    - Le quattro e trenta, le quattro e quaranta

    Ci sono uccelli nascosti fra i rami
    Forse rispondono se tu li chiami
    Forse si staccano ed escono fuori
    Forse li vedi con altri colori
    Che cosa immagini che ci sia
    Su quel sofà della zia Sofia
    Dodici uccelli che volano via
    Strofa di stoffa
    Stufa poesia!

    Un'altra filastrocca Prologo del Vero Amore dei Dodici Sofà, più breve e forse più efficace, dove non più un bambino ma un innamorato (è uguale e diverso) attende qualcosa di diverso, è stata scritta per la bisogna: col compito di dare corpo e annuncio alla nuova impalcatura del libro, che sostituisce il Natale dell'originale. La si può leggere nel libro, naturalmente, e nel Testo a fronte di cui si parla qui subito sotto.

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    "Traduzione con testo a fronte" Come un essere umano, un libro è sempre progenie e summa di tutti i libri del mondo, e al contempo è ciò che appare qui e ora, da solo, senza potersi appoggiare a testi o contesti. E come tale deve piacere: da solo, autonomo, stand-alone. Per questo occorreva che i versi italiani fossero belli e ballerini di per sé, senza alcun appoggio e citazione, per esempio, di filastrocche natalizie: le spolverate di zucchero a velo di memoria, vischio e doni e Christmas tree che il testo originale di certo dona agli inglesi (e agli americani, che pure da fine ottocento frequentano quella carola).
    Quindi all'interno di questo libro, come negli altri tre che fin qui mi è accaduto di tradurre in versi italiani dall'inglese (CIAO CIELO, BUONANOTTE LUNA e STAVO PENSANDO), non c'è alcun cenno o menzione del testo originale inglese. Il libro per i lettori italiani è questo, con quelle immagini e i miei versi. Ma ecco a cosa serve il web, e in particolare questo sito che dal primo libro pubblicato ventisei anni fa, offre ai lettori cammini d'approfondimento.
    Ecco, per chi vuole divertirsi a ricostruire la fatica felice del traduttore in rima, quello storico strumento che è la "TRADUZIONE CON TESTO A FRONTE". Qui in dono con la certezza che, soprattutto in un libro così sontuoso di colori e forme e suggestioni materiche (nelle grandi pagine di carta pregiata si può quasi sentire il tatto della tappezzeria del divano della nonna), il magro fantasma del testo in PDF su uno schermo non sarà mai alternativa all'acquisto.

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    Nota del traduttore Gioco più libero ho avuto in questo libro, rispetto alle tre citate traduzioni in versi che fin qui mi è accaduto di scrivere (Ciao Cielo, Buonanotte Luna e Stavo pensando). Qui mi trovavo di fronte a qualcosa di famigliare: una filastrocca seriale e d'accumulo, il cui Senso profondo è piuttosto nel Suono, è la serialità e l'accumulo stesso, più che i fatti e i personaggi che vi si accumulano.
    La traduzione in versi di un libro di rime e figure, come ho scritto nelle pagine di presentazione di quelle altre traduzioni, è un gioco a tre sponde: rime originali, rime italiane, immagini. Ho rispettato i personaggi (diversi tipi d'uccelli, poi via via fanciulle, signori, pifferai e tamburini etc.) perché erano raffigurati nelle immagini: se tortore e oche e cigni si vedevano, tortore e oche e cigni dovevano essere nominati. Ho poi deciso di mimare la struttura seriale del testo articolandolo in una serie di rime baciate, che si compongono fra loro nella riepilogazione dei versi, accumulati e ripetuti "a ogni sofà". Nel testo inglese, come si legge nella "Traduzione con testo a fronte", i personaggi sono spesso appena nominati, messi in scena senza che poi facciano molto di più che apparire. Per costruire le mie rime, allora, ho avuto agio di prendermi con loro qualche confidenza. Se il testo inglese non dice, un mio singolo verso in più non contraddice. Ho aggiunto, in piccoli cenni di poche parole, caratteri, qualità, atti, stati, tutto ciò che occorreva per dar corpo a quel verso in più (con un occhio allo spazio grafico disponibile) che consentisse di aprire la rima che il sofà successivo avrebbe chiuso. Complicato? No. Leggere per credere: i personaggi son quelli dati, appaiono in pagina con una rima aperta, fanno la loro cosa, escono, arriva il successivo con una rima che chiude il precedente, e il coro di ripetizione lì sotto riepiloga tutto. Una perfetta divertente macchinetta.

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    Poche pagine d'assaggio



    La sontuosa copertina dispiegata.





    Primo sofà.





    Quarto sofà.





    Undicesimo sofà.




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    Questa pagina è stata creata (tardivamente) il 28 ottobre 2018 e aggiornata l'ultima volta il 29 ottobre 2018


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