Rai1 e Rai2   L'ALBERO AZZURRO
Testi scritti per il programma da Bruno Tognolini
 
 

I COPIONI

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LO SCENEGGIATORE

Nel ciclo produttivo dell'Albero Azzurro, e negli anni in cui io ci ho lavorato, i copioni erano il compito dello sceneggiatore. Lo sceneggiatore era una sorta di "centrocampista", che raccoglieva i contributi dei diversi autori e li integrava in un copione unico. Era anche il responsabile dell'interfaccia tra scrittura e Studio, quindi colui che doveva correggere rapidamente sul posto ciò che si rivelava irrealizzabile.
Personalmente, ho vestito la maglia dello sceneggiatore solo gli ultimi due anni, e per pochi copioni, una quarantina in tutto. Confesso che è stato un gran bene, perché quel lavoro non è il mio forte: troppa fatica a non riscrivere da capo i contributi che gli altri autori fiduciosamente mi mettevano in mano, cosa sotto ogni profilo sconveniente.
 

I COPIONI

I copioni sono testi lunghi e complessi. L'impaginazione originale è quella dei copioni TV: interlinea assai larga, blocchetti di testo ben distanziati, divisione in due colonne: la colonna destra del testo (quello che si sente - ora risolto in caratteri diritti) e la colonna sinistra delle didascalie (quello che si vede - ora risolto in caratteri corsivi). Trasferirli e reimpaginarli in HTML - nonostante gli attuali strumenti avanzati - è un compito arduo e gravoso: perciò dei quaranta che ho nei miei archivi, per il momento ne ho preparato per ora solo due.
 
1) Copione puntata 25/1995 - "CI SON TRE LUPI!" - Tema: LA PAURA
2) Copione puntata 26/1995 - "IL SOLE RAPITO" - Tema: IL TEATRO

 

LA MACCHINETTA PRODUTTIVA

Può essere utile, a questo punto, una descrizione più dettagliata della "macchinetta produttiva".

Tutti i copioni sono è regolarmente depositati alla SIAI - Sezione DOR.

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Copione puntata 25/1995
Tema: LA PAURA

"CI SON TRE LUPI!"

di Mela Cecchi, Laura Fischetto, Emanuela Nava, Roberto Piumini, Bruno Tognolini
Sceneggiatura di BRUNO TOGNOLINI
Regia di Loris Mazzetti

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NOTA . Questo copione è nato da una mia scaletta, che quindi è presente online, e a cui posso rimandare chi fosse interessato, per studio o curiosità, a confrontare punto per punto il rapporto tra il progetto e l'opera (o per essere più precisi, tra lo schema e il progetto, perché il copione è a sua volta progetto del programma televisivo, che è la vera opera).


N. 1. RVM. SIGLA. TITOLI DI TESTA (43'')


N. 2. STUDIO. INTERNO ALBERO (2')

Buio fitto, non si vede nulla. Nel buio si alza, spaventata e un po' tremula in primo piano, la voce di Dodò.

DODO'
Aiuto... Aiuto... Aaaaaiuto...
 
Tranquilla, sempre nel buio, un po' lontana, la voce di Luisa.

LUISA
Dodò? Cosa c'è? Dove sei? Dodò...

Buio. Ancora la voce di Dodò sempre spaventata.

DODO'
Luisa... Luisa... c'è un lupo!

Buio. Luisa, un po' più vicina.

LUISA
Ma dove?

Buio. Dodò sottovoce.

DODO'
Qui. Qui dentro. E' qui. E' tutto buio....

Buio. Luisa rassicurante e tranquilla.

LUISA
Allora accendi la luce.

Luce. Siamo all'interno dell'albero. Dodò è a letto tutto tremante. Dalle lenzuola spunta soltanto il becco.

DODO'
Io l'ho visto, ho sentito che è qui... Ho visto una zampaccia nera... E' sotto il letto... Aiuto, io non posso alzarmi... se metto giù la zampetta me la mangia.... Vieni tu!

Si apre la finestrella, si affaccia il viso sorridente di Luisa.

LUISA
Ciao ciao, vediamo questo lupo! Ehi, ma non c'è, io non lo vedo!

Dodò tira fuori la testa e si guarda intorno.

DODO'
Davvero? Ma sei sicura sicurissima?

LUISA
Dai Dodò, alzati subito, c'è un bellissimo sole, dai dormiglione!

Luisa se ne va. Dodò si alza, ancora un po' guardingo. Guarda sotto il letto con circospezione.

DODO'
Qui non c'è nessun lupo, no no, nessuno. E' sparito quando ha visto la luce.

Ritorna a guardare sotto il letto.

DODO'
Eh, ma non è mica così facile! Perché ci sono due tipi di lupi. Ci sono quei lupi che se ne vanno appena arriva la luce, ma ci sono anche lupi lupacci che se ne vanno soltanto quando arriva un grande. A questi lupi qui non da mica fastidio la luce, no no. Chissà come fanno.

Con grande fracasso si spalanca di nuovo la finestrella. Dodò sobbalza e salta di nuovo sul letto ficcandosi sotto il lenzuolo, ma appare soltanto Lavinia con un paio di occhiali da sole.

LAVINIA
Io lo so, io lo so! Si comprano gli occhiali da sole, e così a loro la luce non da fastidio per niente! Ah ah... vieni qui che ti mangio! Agrrr!

Lavinia fa versacci da lupo cattivo.

LAVINIA
Io sono cattivissima, sono un lupo con gli occhiali! Che paura!!

Ride a crepapelle e se ne va ruggendo. Dodò spunta di nuovo da sotto il lenzuolo.

DODO'
Hai sentito? Lavinia non ha paura dei lupi cattivi: anzi, non ci crede nemmeno, e prende in giro... Ma Luisa invece sì che mi ha creduto, e così quando lei arriva il lupo se ne va. Per fortuna! Lavinia Nove dice che gli scuccurilli non hanno paura di niente, ma io non ci credo... E i lupi? Chissà di cosa hanno paura i lupi... E tu, di che cosa hai paura? Dei serpenti, che quando camminano tu non li senti? Del ragno ragnone, che tesse la sua rete mentre fai colazione? Brr...

Si è spaventato di nuovo da solo.

... Tutti hanno paura di qualcosa...Uffa! E' vero?

STACCO.



 
N. 3. RVM. REPERTORIO (1')

Antologia di animali "paurosi" dalle varie bobine (lupi, orsi, serpenti, giaguari, vermi, etc.). La musica di commento può giocare altalenando tra i registri del "thriller" e della attenuazione comica.



N. 4. STUDIO. EMPORIO (2')

Empirio sta riordinando sul bancone l'occorrente per la manualità (V. SCHEDA DI RENATA GOSTOLI). Dopo qualche gesto , si rivolge al telespettatore.

EMPIRIO
Sei pronto?!... Forbici con la punta arrotondata, pennarelli, cartoncino, una scatola da scarpe... Oggi costruiamo insieme... un teatro! Nientemeno! Lavinia, vieni anche tu ad aiutarmi?... Lavinia... Lavinia dove sei?!

Empirio chiama e richiama, ma Lavinia non spunta. Si rivolge ancora al telespettatore.

EMPIRIO
Hai visto Lavinia per caso?!... Laviniaaaaaaa!... Chissà dove si è cacciata!

Empirio viene colto da un'improvvisa intuizione.

EMPIRIO
Ah, forse ho capito! E' appena andata via dall'emporio una signora con la pelliccia... "E allora?", dici tu... E allora gli Scuccurilli non hanno paura di niente, tranne...

Empirio elenca le paure di Lavinia mostrando alcune figurine di carta (preparate da Panaro), che trova in un cassetto nascosto del bancone: le tira fuori una per una con atteggiamento prudente, e le mette in piedi sul bancone.

EMPIRIO
... tranne che... delle signore con la pelliccia... dei fantasmi degli autobus... delle nuvole bianche piccole e veloci... dei gatti rossi... degli scheletri col pigiama... dei diavoli con forchettone... e qualche volta anche... del giovedì sera!

Empirio dice "giovedì sera" con aria ancora più circospetta, senza mostrare naturalmente - stavolta - alcuna figura. Su quest'ultima battuta si sente un grido agghiacciante. Lavinia sbotta fuori dal bancone (o da un altro pertugio in cui si era acquattata) e guarda atterrita la piccola platea dei suoi mostri.

LAVINIA
Noooooo... I mostri del giovedì sera... noooo!... Mi affettano, mi cuociono, mi mangiano a bocconi... Aiutooooooo... Ho pauraaaaaaaa...

Lavinia scappa a razzo con i capelli dritti per la paura. Empirio, con gesti rapidi, toglie i mostri di torno e indossa giacca e cappello presi da un appendiabiti, mentre dice al telespettatore:

EMPIRIO
Scusa, ma devo proprio andare, il nostro teatro lo costruiremo dopo. Forse ho un po' esagerato con tutti quei mostri. Povera scuccurilla!... Ciao, vado a cercarla e a tranquillizzarla... A dopo!

Empirio esce a passo veloce. STACCO.


N. 5. STUDIO. ESTERNO ALBERO. Canzone (5')

Dodò affacciato ad una finestrella parla quietamente con Luisa.

LUISA
Certo: anche i grandi hanno i loro lupi.

DODÓ
Davvero? E come sono i lupi dei grandi, sono grandi?

LUISA
Sì sì, grandi! E fanno una bella paura.

DODÓ
Uffa! E voi allora come fate?

LUISA
Mah! Qualche volta, fin dove riusciamo, li affrontiamo da soli...

Vengono interrotti da un passaggio velocissimo di Lavinia, che attraversa il campo di corsa sfrenata e spaventata, in silenzio: entra da un lato ed esce di corsa dall'altro, nulla più. I due la notano, ma non paiono accorgersi del suo stato.

LUISA
Ehi! Ma dove corre?

DODÓ
Chi lo sa, starà giocando. E poi? Dai Luisa, come fate coi lupi?

LUISA
Prima li affrontiamo da soli, poi quando non ce la facciamo più, beh... chiamiamo anche noi.

DODÓ
Chiamate? E chi chiamate, un grande... più grande di voi?

Si ripete identico il passaggio in corsa di Lavinia.

LUISA
Ma chissà perché corre così...

DODÓ
Chiamate un vecchio?

LUISA
Sì, un vecchio funziona abbastanza bene, contro i lupi dei grandi. Però non solo lui: anche un bambino.

DODÓ
Ma dai, Luisa! Davvero?

Terzo passaggio di Lavinia: stavolta i due non lo menzionano nemmeno.

LUISA
Certo.

DODÓ
Vuoi dire che i lupi dei grandi hanno paura dei bambini?

LUISA
Qualche volta è proprio così.

Dodò è assai inorgoglito.

DODÓ
Beh, allora facciamo così, Luisa, che quando c'è il tuo lupo mi chiami?

LUISA
Va bene.

DODÓ
Promesso?

LUISA
Promesso.

DODÓ
E io arrivo e gli dico: Lupo di Luisa, lascia stare subito la mia amica, se no...

Viene interrotto dall'arrivo di Empirio, che entra di passo svelto e un po' affannato, con bastone e cappello, e punta deciso verso di loro.

EMPIRIO
Ciao Luisa, ciao Dodò. Avete visto Lavinia, per caso?

LUISA
Sì, eccome! Correva come una matta, chissà perché...

DODÓ
Forse giocava al treno che passa.

EMPIRIO
Eh no, non giocava, purtroppo: era spaventatissima! Da che parte è andata?

DODÓ
Spaventatissima? Accibecco, e da che cosa?

EMPIRIO
Deve aver visto uscire dall'emporio una cliente che portava la pelliccia.

DODÓ
Beh? E allora?

EMPIRIO
E allora gli scuccurilli hanno una paura matta delle signore con la pelliccia: e quando gli scuccurilli hanno paura, corrono e corrono fino a non poterne più.

LUISA
Oh poverina Nove! Dobbiamo trovarla!

DODÓ
Di là! L'abbiamo vista poco fa, correva di là!

LUISA
Corri Empirio! Trovala!

DODÓ
Corri! Portala qui!

Empirio esce di passo svelto nella direzione indicata da Dodò.

DODÓ
Che strano! Non crede mai che ci sia il lupo, ed ha paura delle signore in pelliccia!

LUISA
Beh, non è così strano! Ci sono tante cose diverse, che fanno paura, lo sai?

DODÓ
Eh sì, lo so, lo so!

Accordi della Canzone.

INIZIO CANZONE

Le azioni di seguito descritte per la canzone sono suggerimenti orientativi, che possono senza alcun problema essere rimpiazzati da altri e migliori spunti. Luisa, inquadrata da sola leggermente in disparte, fa una pantomima della paura (stringersi nella braccia, voltarsi di scatto, etc.).

LUISA
Immagino le volte in cui mi sento sola,
nel buio e nel silenzio, nessuno intorno a me,
e brividi che arrivano, mi prudono i capelli,
e io non so perché...

Scappa verso l'Albero, dove abbraccia (o comunque tocca) Dodò.

DODÓ e LUISA
Che brutta la paura
quando ti prende il cuore:
è peggio del dolore.

(due volte)

Durante il ritornello entra in campo Empirio, che trascina dolcemente Lavinia, consolandola col braccio sulla spalla; Lavinia è ancora un po' in subbuglio, ma si lascia coccolare. Dodò canta voltandosi indietro, verso l'interno dell'Albero, da cui giungono i suoni e i soffi menzionati nella strofa (un soffio gli fa volare il ciuffo).

DODÓ
Un passo che ho sentito, un soffio misterioso,
leggeri scricchiolii per tutto il pavimento,
mi si tronca il respiro mentre qualcosa avviene
e io son qui che sento...

EMPIRIO e LAVINIA
Che brutta la paura
quando ti prende il cuore:
è peggio del dolore.

(due volte)

Luisa si scopre il braccio inorridita, rivelando una fila di puntolini neri (insetti). Alle sue spalle appare il classico fantasmino: che si rivela - all'allargarsi dell'inquadratura - un asciugamano su una gruccia agitata da Dodò da una finestra dell'Albero. Lei lo afferra distratta e si strofina i puntolini, che scompaiono. Lavinia finalmente si distende: ride.

LUISA
Oppure vedo immagini, figure mostruose,
insetti che camminano su su per il mio braccio,
fantasmi che si muovono nel buio della stanza,
e io sono di ghiaccio...

DODÓ e LUISA
Che brutta la paura
quando ti prende il cuore:
è peggio del dolore.

(due volte)

Si apre un'altra finestrella dell'Albero, e Lavinia sporge fuori la testa dall'interno (come nella puntata 1): pantomima delle mani tremolanti, ma larghi sorrisi ormai sdrammatizzano il tutto.

LAVINIA
Il buio è un brutto posto, il più brutto del mondo
pieno di cose orribili e di rumori strani,
e mentre sto in attesa di cose che non voglio,
mi tremano le mani...

TUTTI
Che brutta la paura
quando ti prende il cuore:
è peggio del dolore.

(due volte)

FINE CANZONE

Luisa fa un paio di coccole a Lavinia, ora di nuovo fuori dall'Albero.

LUISA
Beh! Ti hanno trovata, finalmente! Passato lo spavento?

Lavinia annuisce.

... Bene, devo scappare a casa. Se state qui, poi ripasso a trovarvi. Ciao a tutti!

Salutata da tutti, Luisa esce. Anche Empirio, parlando al bambino spettatore, saluta e se ne va.

EMPIRIO
Beh, vado anch'io. E tu raggiungimi tra un po' all'emporio, ti va? Così facciamo insieme quel lavoro che avevamo cominciato, ti ricordi? Costruire... un teatro! A dopo, ciao!

Dodò e Lavinia, rimasti soli, confabulano brevemente.

DODÓ
E noi?

LAVINIA
E noi niente, stiamo qui. E per farci passare la paura...

DODÓ
... facciamo un gioco! Dai, uno che non abbiamo fatto mai!

LAVINIA
Fatto mai... fatto mai... la campana!

DODÓ
Sì sì, la campana! E come si fa?

LAVINIA
Guarda...

Lavinia indica la telecamera. STACCO.


N. 6. RVM. SPOT PROMOGIOCHI (2')

La campana.


N. 7. STUDIO. EMPORIO.Manualità (5')

Empirio al banco, nella stessa identica attitudine dell'inizio del punto 4, mentre prepara l'occorrente per la manualità (V. SCHEDA DI RENATA GOSTOLI), parla al bambino spettatore.

EMPIRIO
Cosa ci vuole per vincere la paure?... Due o tre buoni trucchi. Trucco numero uno: la risata. La formula magica è: "Lupo, tu sei una cosa... ridicola!", e giù una bella risata! E allora anche il lupo più feroce... codona tra le zampe e via di corsa, nell'angolo più lontano del suo bosco!Trucco numero due: far ballare le paure in un teatrino come fossero marionette! Al mio comando! Hopla hopla! E cosa ci vuole per costruire un bel teatrino? Ecco, è tutto qui...

Mostra l'occorrente.

N.B.: come evidenzia la scheda Gostoli, nel tempo della manualità si costruirà solo la scatola: elementi dell'ambiente (casetta e albero) e burattini (un lupo e un bambino) sono già pronti sul tavolo.

... Una scatola da scarpe, carta velina verde, un bel pezzo di cartoncino - verde anche lui - largo quanto la scatola e lungo così; poi altri ritagli di cartoncino di vari colori, pennarelli, colla stick, colla vinilica, e forbici con le punte arrotondate.

Nel testo che segue si alternano due tipi di battute: battute che descrivono "in diretta" le operazioni della manualità ("...piego qui, taglio così..." etc.) - che potranno essere modificate in studio basandosi sulla scheda Renata Gostoli; e battute di riempimento e coloritura - che potranno essere dette in altri luoghi e tempi dell'operazione, oppure omesse del tutto.... Questo coperchio lo mettiamo via: ci servirà per chiudere il teatro, quando lo spettacolo è finito. E cominciamo con due bei tagli... qui e qui... che ci consentiranno di aprire questo lato della scatola, piegandolo in giù come un ponte levatoio... Così... Poi facciamo un paio di altri tagli qui, sulle pareti laterali, così...

... In realtà quello che abbiamo aperto più che un ponte... è una porta. Sì, una porta magica, antichissima, a cui nel tempo hanno dato mille nomi: quarta parete, arcoscenico, boccascena, sipario invisibile, specchio dei sogni, voilà! La vita è qui, ed il teatro è qua!

(Indica esterno e interno della scatola scenica)

... Ma per farlo stare un po' meglio, il teatro, bisognerà preparargli un po' la casa... Vediamo... Per esempio un bel prato, con questa carta velina verde... un po' stropicciata, così... poi nuovamente distesa... e incollata sul fondo della scatola con il nostro stick di colla solida, che non la bagna e non la rovina...

... Questa è un'altra legge magica del teatro, che però funziona anche nella vita: bisogna stropicciare le cose, per farle sembrare più vere!...

... Poi prendiamo questo pezzo di cartoncino verde, lo pieghiamo così... poi al rovescio, così... poi ancora così... fino a farne una specie di fisarmonica. Che alla fine piazziamo qui, contro il fondale del teatrino...

... Servirà a reggere le sagome del paesaggio, queste qua: le ho preparate mentre ti aspettavo, devo solo attaccare il fumo del comignolo a questa casetta, ecco vedi?... Un po' di cotone idrofilo, dipanato e stramato, così... una goccia di colla... Ed ecco!

... Io ho fatto una casetta e un albero, e ora li metto qui, sul fondo, seduti sulle pieghe della nostra fisarmonica... Ma tu puoi fare, a tua fantasia, anche una scena di città, con sagome di palazzi e di autobus... Oppure l'interno di una casa, con gli armadi, le porte, i quadri...

... Ed ora, chi manca, signore e signori? Ma mancano i re del teatro: gli attori!... Ecco, anche di questi ne ho preparati due, un lupo e un bambino: ma tu puoi fare tutti i personaggi che vuoi. E' molto semplice: disegni il tuo personaggio su un cartoncino, lo ritagli, aggiungi qualche bel dettaglio elegante, una coda, un cappello, un baffo... Poi lo fissi alla base su una striscia di cartoncino un po' più resistente, come questo, che servirà per muoverlo...

Empirio si fa imbonitore di piazza.

... Ed ora: abbiamo tutto? No. Manca una cosa fondamentale, nel teatro: il fondale dipinto! Il cielo finto! Ma quello - attenzione, avvertimento, appuntamento! - lo faremo insieme la prossima volta! Perché adesso, messeri e damigelle,
prosciutti e mortadelle,
miracolo e delizia,
spettacolo che inizia!

...Empirio inscena una micro-piece di animazione: il bambino entra in scena fischiettando, il lupo lo fronteggia, il bambino trema (fin qui senza testo, solo sonorizzazione vocale ed esclamazioni), poi esclama (Empirio con voce contraffatta):

EMPIRIO
Lupo! Tu sei una cosa... ridicola! Ah ah ah!

Risata del bambino-Empirio: il Lupo trema, e infine fugge. Empirio ritira le sagome, si china brevemente come per ricevere gli applausi, smonta e chiude il teatrino col coperchio.

... Grazie, signore e signori!Finisca bene o finisca male, io chiudo la mia scatola teatrale, col suo coperchio e con tutti i personaggi. E prendo un'altra scatola fatata,che con l'ultima posta mi è arrivata...

Prende e mostra una videocassetta, sulla cui etichetta vistosa è scritto il nome dei bambini protagonisti del Videobimbo che seguirà.

... Piena anche lei di sogni e di miraggi, di cose accadute davvero a un bambino, che si chiama ***, e qui per magia imprigionate, e per miracolo e delizia - spettacolo che inizia - liberate!...

Con un gesto magico delle sue lunghe dita - e con eventuali trucchi ed effetti di croma key - Empirio fa partire il Videobimbo.

STACCO


N. 8. RVM. VIDEOBAMBINO (1')


N. 9. STUDIO. PARCO. Storia e Finale (6')

Lavinia, ormai del tutto rinfrancata, fa delle strane mosse fra gli alberi, un po' mimo Marcel Marceau e un po' tai chi (ogni tanto batte le mani due volte). Gli esercizi son conditi con parole inglesi tratte dalla filastrocca che segue, bisbigliate e inframmezzate a vari vocalizzi marziali o buffi a piacere dell'attrice. Avanti così per quanto regge, poi sguardo in camera e spiegazione al bambino spettatore.

LAVINIA
Sto facendo gli esercizi contro il lupo.

Riprende per pochi altri secondi....

Sì, non le conosci? Le mosse segrete.

Negli ultimi due secondi va a una sorta di conclusione dell'esercizio.

.... Ecco qua!... Mosse segrete dei guerrieri stellari contro i lupi! Beh, non so che effetto facciano ai nostri lupi di quaggiù, ma intanto a me fanno passare la paura. Le vuoi vedere? Vuoi che te le insegni? Allora guarda...

Si mette in posa.

... E ascolta anche, perché le formule magiche da dire con le mosse sono in inglese, che è la lingua dei guerrieri stellari.

Parte con la dimostrazione-filastrocca: le "mosse" saranno individuate dalla perizia gestuale dell'attrice, mediando tra traduzione mimica del significato dei versi e stilizzazione marziale. Ogni verso inglese è intonato come formula magica, mentre le traduzioni italiane saranno dette come "a parte" guardando in macchina.

LAVINIA
I'm afraid of the wolf
ho paura del lupo.
I'm afraid of the dark
ho paura del cupo.
But I clap once, and I clap twice: my dread goes away.
Ma io batto le mani una volta, un'altra volta: la paura si è già sciolta.

Durante le ultime battute è entrata in campo Luisa e ha guardato non vista la fine dell'esercizio, sorridendo e scuotendo la testa. Ora interviene.

LUISA
Beh, funziona?

Lavinia si prende un bello spavento.

LAVINIA
Ah! Aiuto!... Beh, uffa, così così!

LUISA
Lo vedo! Ti sei presa un bello spavento, altro che mosse stellari! Ma perché ce l'avete tutti così con la paura? Esercizi magici, trucchi, teatrini... tutto per far passare la paura!...

Da qui in poi si rivolge al bambino spettatore

.... Ma che cosa vi ha fatto? Tu lo sai che un po' di paura, nella vita, serve, eccome? Pensa un po' cosa succederebbe se tu non avessi nessuna paura di attraversare la strada, o di camminare sul ciglio di un fosso: correresti dei brutti rischi!... Beh, ascolta: ti voglio raccontare un'antica fiaba russa, se me la ricordo. Parlava proprio di un giovane che non aveva paura di nulla. Vieni anche tu, Lavinia, siediti qui.

Lavinia siede ai piedi di un albero accanto a Luisa, che prende a narrare guardando in camera. La scuccurilla l'ascolta così trasognata, che ogni tanto l'inquadratura la coglie con gli occhi fissi su di lei, con la bocca aperta, ma con le mani che eseguono piccoli gesti incantati, come piccole eco mimate alla voce narrante: notte, briganti, morto appeso, tremare, la carrozza, bussare, bere, mangiare, sputare, spavento, etc. Il piccolo contrappunto mimico farà da alleggerimento della narrazione orale e senza oggetti di Luisa.

LUISA
C'era un giovane che fin da bambino non aveva mai avuto paura: gli venne voglia di sapere cos'è lo spavento, e si mise in viaggio con un suo servo, in carrozza.Arrivano a un bosco, e viene notte.- Andiamo nel bosco - dice il giovane, ma il servo:- E' terribile nel bosco di notte! Ci sono fiere e briganti!Quando vide quella paura, il giovane entrò nel bosco tutto contento: appena dentro, ecco un morto appeso a un albero. I1 servo piangeva e tremava, ma il giovane staccò il morto e lo mise in carrozza e andarono avanti.
Giunsero a una casa, dove brillava una luce.
- Andiamo via, padrone: forse è una casa di briganti! - disse il servo, ma il giovane bussò alla porta, ed aprì la porta, ed entrò: ed ecco seduti a tavola i briganti, con le spade al fianco, che mangiano pesce e bevono vino.
Senza parlare, il giovane si siede e mangia, poi sputa e dice:
- Che pesce cattivo! E' come quello che mi ha dato il pescivendolo Gianni, che adesso sta cantando una canzone nella mia carrozza!
- Quale canzone?- dissero i briganti - Non sentiamo nessuna canzone!
- Andate a sentire da vicino! - disse il giovane. Quelli andarono, aprirono la porta: e si trovarono davanti il morto stecchito, e si presero un tale spavento che scappano ancora adesso.
- Ecco, e tu avevi paura! - disse il giovane al servo, e si fermarono a mangiare e dormire, e al mattino ripresero il cammino.
Insomma, gira gira, il giovane non riusciva a provare mai spavento: finché tornò a casa: ed ecco cosa gli capitò qualche tempo dopo. A lui piaceva molto pescare, e passava notti e giorni sul fiume: ma a sua madre non piaceva per niente che lui passasse tanto tempo lontano da casa, e chiese ai pescatori del fiume di spaventarlo in qualche modo.
I pescatori seguirono il giovane, e quando videro che si era addormentato sulla barchetta, presero due grosse trote e gliele infilarono sotto la camicia. Ed ecco che i due pesci si misero a guizzare tanto forte che il giovane si svegliò, e per lo spavento cadde in acqua: e si salvò a nuoto, ma alla fine aveva scoperto cos'è la paura.

Durante le ultime battute della storia è entrato in campo Dodò, spuntando da dietro una siepe con un grosso palloncino colorato. Sta lì, zitto, fermo, ascolta. Finita la storia, gesticola un po' per attirare l'attenzione dello spettatore, quindi dà al palloncino un'energica beccata. Sulla punta del becco è fissato un invisibile spillo, e il palloncino scoppia con fragore. Luisa e Lavinia fanno salti e gridi.

SCOPPIO DEL PALLONCINO

LUISA e LAVINIA
Aaaaaahhhh!

Dodò invece festeggia entusiasta.

DODÓ
Bannng! Eeeeeh! Palloncino antilupo! Palloncino scoppia, Lupo "scappia", bang bang! Ah ah ah! Lupo fifone, lupo fifone! Tutti scappati i lupi fifoni, non ce ne più! Ora puoi andar via tranquillo! Ciao! Ciao!

LUISA
Ufff! Che spavento! Ciao!

LAVINIA
Ciao! Io non mi son mica spaventata! Ho fatto finta!

DODÓ
Bang!

LAVINIA
Ah! Ciao!

Altri scherzi e saluti, poi STACCO.
 



N. 10. RVM. SIGLA. TITOLI DI CODA (1')


TOTALE TEMPI 25'30''

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