Bruno Tognolini
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VARIE
E D'OCCASIONE

Poesie e prose di diverso peso e pregio
Scritte su commissione di qualcuno




"Maridu anzenu prango
Né perdo né balanzo
A cuccuru du kerzo
Né balanzo né perdo."


Capita talvolta, a chi scrive, di sentirsi proporre prestazioni d'opera per questo o quello scopo. Io sono orgoglioso, in genere, di queste occasioni, perché in esse vive un antico mestiere. Del mestiere dello "scriba" ho imparato questo: se io scrivo esattamente ciò che il committente vuole, il risultato sarà pulito, appropriato, e inutile a entrambi. Se io scrivo solo ciò che a me pare degno in quel momento, il committente - se sa fare il suo mestiere - lo apprezzerà, e me lo spedirà indietro. Se io scrivo entrambe le cose in tale modo però che siano una, quel testo, per incredibile alchimia, parrà Utile e Bello non solo ai due, ma anche a tutti gli altri. E respirando andrà ballando per il mondo.


1 . CINQUE PICCOLE SCENEGGIATURE SULL'ENERGIA

2 . TRE RACCONTI SULLA PUBBLICITA' 3 . UN RACCONTO SULLE ORECCHIE 4 . UN RACCONTO SULLA BANCA DEL TEMPO 5 . OTTO RACCONTI SULL'EDUCAZIONE STRADALE 6 . UN RACCONTO SUL CORNETTO PORTAFORTUNA

RIME E FILASTROCCHE

* ATTITTU. La quartina è opera di una sconosciuta attittadora sarda, una popolana poetessa improvvisatrice esperta nel canto degli attittus, lamenti funebri per conto terzi. Sentendosi sul collo la commissione come un attentato alla spavalderia del canto ("Canta, che ti pago"), nel canto rivendica l'autonomia del canto:

Piango un marito altrui
né perdo né guadagno
voglio lo staio pieno ("a cuccuru", a cima, non "a raso")
né guadagno e né perdo.
 

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Questa pagina è stata aggiornata il 18 aprile 1999

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